LA PETIZIONE DA FIRMARE

venerdì 3 luglio 2009

A casa i precari che vigilavano sull’ambiente

RICERCA — Licenziati nel silenzio della Prestigiacomo —

da terranews.it - di Rossana De Rossi - Un rappresentante sindacale dell’Ispra ha detto di non avere memoria di un simile «allontanamento di massa nella Pubblica amministrazione». Parla dei circa 200 precari dell’Istituto, vigilato dal ministero dell’Ambiente, i cui contratti sono scaduti il 30 giugno, che non potranno più svolgere i loro compiti di ricerca e controllo ambientale. I lavoratori licenziati, quasi tutti co.co.co., si aspettavano un miracolo dell’ultim’ora, ma in loro difesa non è intervenuto il governo, che non ha emanato alcuna norma ad hoc, né tantomeno il ministro Stefania Prestigiacomo, che nei fatti ha confermato l’allontanamento di una parte dei precari già annunciato davanti alla Commissione ambiente della Camera. Nonostante i commissari nominati dal ministro parlino di «mancato rinnovo» dei contratti, in Ispra è chiara la sensazione che si tratti di licenziamento di massa: le collaborazioni si basano su durata limitata e forte autonomia nelle attività svolte, mentre i 200 co.co.co. hanno un’anzianità di servizio che va dai 5 ai 15 anni e hanno sempre svolto un lavoro subordinato con compiti istituzionali. Da giovedì scorso, l’Ispra è occupata dai lavoratori (sostenuti in particolare dai sindacati di base) e la mobilitazione continua, anche se è difficile mantenerla dentro l’Istituto, visto che ai collaboratori è stato ritirato, addirittura in anticipo, il badge magnetico per l’ingresso in sede. Sindacati e precari a rischio (da qui a fine anno sono previste altre 230 scadenze) puntano il dito anzitutto sulla Prestigiacomo, di cui è chiaro il progetto di indebolimento dell’Ispra, verso un possibile smantellamento o esternalizzazione dei compiti dell’Istituto, nato dall’accorpamento di Apat, Icram e Infs. Si tratta infatti dell’unico ente di ricerca che abbia licenziato da gennaio a oggi quasi 250 persone, anche se questo precedente, davvero inedito nel settore pubblico, non farà dormire sonni tranquilli alle centinaia di precari di Iss, Ingv, Infn e Istat.

Nessun commento:

Posta un commento