LA PETIZIONE DA FIRMARE

mercoledì 4 marzo 2009

CRISI: L'OMBRA DELLE PENSIONI SUL CONFRONTO GOVERNO-PARTI SOCIALI


Si annuncia tensione nella riunione fissata per oggi a Palazzo Chigi alle 17, 30 tra governo e parti sociali che sara' presieduta dal premier Silvio Berlusconi. Il tema dell'incontro e' la crisi economica ma l'annuncio dato ieri dall'esecutivo sull'idea di aumentare gradualmente l'eta' di pensionamento delle donne che lavorano nel pubblico impiego a partire dal 2010 per arrivare a quota 65 anni nel 2018 non ha contribuito a prepararla nel migliore dei modi. Si tratta della soluzione scelta dal governo in risposta alla Unione europea che ha chiesto di equiparare l'eta' di pensionamento fra uomini e donne. Con un emendamento della senatrice Cinzia Bonfrisco (Pdl) alla legge in discussione al Senato denominata ''Comunitaria'' (il principale strumento di attuazione delle normative dell'Unione europea che regola modalita' e tempi per la trasposizione delle direttive nella nostra legislazione) si stabilira' infatti il principio della parita' dell'eta' pensionabile. La Corte di giustizia europea aveva puntato l'indice contro l'Italia proprio per la discriminazione di trattamento tra uomini e donne nella pubblica amministrazione, precisa il governo. Da qui la decisione di procedere alla graduale equiparazione dell'eta' pensionabile nel pubblico impiego. Sara' quindi difficile che il confronto a Palazzo Chigi possa svolgersi senza poter esaminare pregiudizialmente le intenzioni del governo sul tema delle pensioni (nei giorni scorsi si e' parlato anche della possibile reintroduzione dello ''scalone'' nella riforma pensionistica abolito dal governo Prodi). Oltre all'opposizione della Cgil, questa volta c'e' da registrare pure il no della Cisl che ha proprio nel pubblico impiego uno dei punti forti del proprio radicamento sindacale. Cio' che preoccupa la segretaria confederale della Cgil - si legge in una nota del sindacato - e' l'affermazione che questi provvedimenti riguarderebbero solo il settore pubblico, dal momento che l'aumento dell'eta' pensionabile si trasmetterebbe inevitabilmente anche alle lavoratrici del settore privato provocando un effetto dirompente sul piano dell'occupazione.

L'altro tema caldo della vigilia dell'incontro di oggi riguarda sempre la pubblica amministrazione, in particolare i precari. Il ministro Renato Brunetta ha annunciato che partira' da lunedi' il monitoraggio per stabilire il numero reale dei precari impiegati nella pubblica amministrazione per poi definire il percorso che portera' ai concorsi per stabilizzare l'occupazione (vi parteciperanno i lavoratori che avranno avuto la proroga del proprio contratto). Il ministro della Funzione pubblica ha anche smentito che il governo abbia intenzione di varare un decreto per allontanare i precari. Era stata la Cgil a lanciare l'allarme. Secondo uno studio di questo sindacato, dal prossimo mese di luglio 60 mila precari resterebbero disoccupati per la scadenza dei propri contratti (le stime della Cgil parlano di 400 mila precari occupati nella pubblica amministrazione).

La riunione di oggi pomeriggio a Palazzo Chigi dovrebbe comunque discutere soprattutto della ripartizione ai singoli progetti di opere pubbliche dei fondi pari a 16,6 miliardi di euro e dello sblocco delle risorse del Fas (Fondo aree sottoutilizzate) che ammontano a 40 miliardi di euro. Si tratta - si fa presente dalla presidenza del Consiglio - della consultazione che l'esecutivo si era impegnato a fare in vista della prossima riunione del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica). Ma l'appuntamento di oggi e' anche l'occasione per fare il punto sulla crisi e le sue ricadute sull'economia reale, in particolare sull'occupazione. I sindacati e la Confindustria (sara' presente la presidente Emma Marcegaglia) chiederanno in particolare rassicurazioni sull'uso degli ammortizzatori sociali. Intanto non sono rosee le previsioni sull'andamento dell'economia europea. Joaquin Almunia, commissario europeo per gli Affari monetari, non esclude una nuova revisione al ribasso delle stime di crescita europee. Stesso allarme viene dagli Stati Uniti, dove Ben Bernanke, presidente della Fed (la Banca centrale statunitense), sottolinea i pericoli di una prolungata stagnazione economica: ''Servono azioni coraggiose da parte del governo, anche se questo puo' determinare il rigonfiamento del debito pubblico''.

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