LA PETIZIONE DA FIRMARE

martedì 5 maggio 2009

MERITOCRAZIA!!!

Come per la riforma della scuola - "libro e moschetto... scolaro perfetto" voluta dalla Gelmini - "il vecchio" si appresta ad avviluppare anche ciò che resta delle rovine della Pubblica amministrazione, per portarla indietro di mezzo secolo, dissotterrando la spada di Damocle delle "note di qualifica"! In ogni pubblico ufficio, infatti, oltre alle colorate quanto inutili "faccine" di mister br, faranno ben presto il loro debutto le "TRE FASCE" meritocratiche che suddiveranno gli Statali - come se le attuali divisioni non bastassero - in una sorta di classifica dei dipendenti che va dal più bravo, a quello così e così, fino al meno bravo. Sulla base di questa graduatoria si decideranno gli stipendi, le promozioni, le carriere e le distribuzioni di eventuali premi di produttività. Tanto prevede la bozza del decreto che il ministro Brunetta sta per portare in Consiglio dei ministri. Leggendo il testo si capisce che gli obiettivi di mister br sono due: primo, ridurre il potere d'intervento del sindacato, che d'ora in poi avrà molta meno voce in capitolo sui salari, sulle norme disciplinari, sull'organizzazione del lavoro; secondo, obbligare le amministrazioni a distribuire le risorse in modo molto... "differenziato", cioè dare tanti soldi ad alcuni e pochi ad altri secondo la vecchia logica di potere del dividi et impera, invece secondo il governo, per rimediare alla disfunzione dei cosiddetti "premi a pioggia", uguali per tutti! Per questo il decreto vuole istituire le "Classifiche del Merito". Al termine di un anno di lavoro, tutto il personale verrà "giudicato(!?)" secondo i risultati individuali e si creerà così una graduatoria. Il 25% dei dipendenti che si trovano ai primi posti della classifica riceveranno il premio per intero. Il 50% della fascia centrale avrà il premio dimezzato. Il 25% che finisce in fondo alla classifica non avrà niente. Ma chi sarà chiamato a stilare le classifiche? Chi sarà nel pubblico impiego a dare i voti in pagella? In alcuni articoli del provvedimento si evince che la formulazione delle graduatorie dovrebbe spettare ad una sorta di “Organismo per la valutazione”: una specie di commissione che dovrebbe nascere in ogni amministrazione, nominata dal responsabile politico di turno (il ministro, il sindaco, il prefetto, il procuratore capo, il direttore scolastico, il direttore sanitario e così via). Poi sarebbero previsti i "Comitati dei garanti", che dovrebbero esprimere un parere ogni volta che un dirigente viene rimosso dall'incarico, ed infine l'"Autorità indipendente" per la valutazione. Il condizionale quando si parla del governo berlusconi e dei suoi collaboratori è d'obbligo! L'unica cosa certa è che la sola "Autorità indipendente" - per non parlare del magna-magna di commisioni e sottocomissioni che si verrebbero a creare - costerà ai contribuenti ben 4 milioni l'anno, e i suoi cinque membri nominati da governo e Parlamento riceveranno uno stipendio di 300 mila euro l'anno. Ma poi, in altri passaggi del decreto, si legge pure, in maniera maliziosamente equivoca, che "il compito di giudicare il lavoro dei dipendenti spetta ai dirigenti loro diretti superiori". M a tornando a bomba, le classifiche non serviranno solo a distribuire il salario accessorio. Il giudizio annuale inciderà anche sulle promozioni, gli avanzamenti economici, l'assegnazione di incarichi, l'accesso a corsi di formazione, insomma una vera e propria lottizazione politica della P.A., un pò come avvine per mamma-Rai! Saranno inoltre istituiti alcuni premi speciali: uno si chiamerà “bonus delle eccellenze”, un altro “premio all'innovazione”. I primi classificati di ciascuna amministrazione , gli eletti, non si sa bene da chi, come e con quali criteri, potranno anche candidarsi a una sorta di selezione nazionale, per ottenere un ulteriore premio. Insomma "I PRIMI" in classifica dovrebbero avere "due palle" così e andare direttamente in finale di Champions League!!! E i sindacati in tutto questo che ruolo giocano? Quando il decreto entrerà in vigore i sindacati del pubblico impiego conteranno molto meno di prima. Lo spazio della contrattazione viene ridotto, molte cose saranno decise per legge. Per i contratti nazionali diventa vincolante il parere della Corte dei conti, mentre gli accordi integrativi raggiunti nelle singole amministrazioni potranno essere bocciati dal ministro della Funzione pubblica. Non solo, ma per le norme siglate nei contratti costituirà in qualche modo un limite anche “l'autonoma decisione definitiva” del dirigente. Viene infine istituita una regola di incompatibilità fra attività sindacale e dirigenza: gli ex sindacalisti non potranno essere nominati alla guida di un ufficio, né potranno entrare nei vari organismi di valutazione. Ma non finisce mica qui. La bozza del decreto Brunetta prevede una riduzione molto drastica del numero di contratti nazionali: resterebbero soltanto due grandi accordi, uno per lo Stato centrale e un altro per le amministrazioni decentrate. In altre parole non esisterebbe più il contratto della scuola, perché verrebbe unito a quelli dei ministeri, delle agenzie fiscali, degli enti previdenziali. Né ci sarebbe più il contratto della sanità, accorpato a quello di comuni, province e regioni. Ma al tempo stesso all'interno dei due grandi accordi nazionali, però, si dovrebbero prevedere delle "sezioni", per salvaguardare le "specificità" di ciascun comparto. Insomma una gran confusione. Un gran polverone. Un gran baccano. Tanto rumore per "coprire" le prossime "porcate" tra le quali, non bisogna avere la sfera di cristallo per azzardarne la previsione, che mister br non si dimetterà mai! E poi, ammesso e non concesso che il decreto vada in porto così com'è, chi controllerà il controllore? Semplice: lo stesso che giudicherà l'operato di mister br!

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