LA PETIZIONE DA FIRMARE

martedì 5 maggio 2009

Brunetta ti cambia la PA con uno... ‘smile’

Il ministro a Ferrara per presentare il suo libro e sostenere Dragotto

Socialista della prima e ultima e ultimissima ora, esperto – come assicura lui stesso - di economia del lavoro, rivoluzionario. Il ministro Renato Brunetta si presenta così davanti al numeroso pubblico, accorso alla sala conferenze per ascoltare il suo intervento. Il professore è a Ferrara in una triplice veste: quella di Ministro della Funzione Pubblica, di esponente azzurro a sostegno del candidato sindaco Giorgio Dragotto e anche di scrittore, dato che ha più volte citato – strano ma vero - il proprio libro “Rivoluzione in corso”, recentemente pubblicato. Dopo l’introduzione, dedicata al programma di mandato del candidato forzista, Brunetta parla a ruota libera, incalzato dalle domande di Mario Fornasari. L’argomento di punta non può che essere il processo di trasformazione della pubblica amministrazione, che il ministro ha in mente di attuare. “Tutti siamo a conoscenza dei problemi annosi della burocrazia italiana – spiega Brunetta - Io ho cercato di porvi un freno, ottenendo già ora buoni risultati. Tra i principali obiettivi che si pone la riforma i tempi certi per l’acquisizione degli atti che il cittadino richiede. Se questi tempi non vengono rispettati, può scattare la class action nei confronti dell’amministrazione inadempiente. Non solo. Per sbrigare le pratiche burocratiche, il Governo ha raggiunto l’accordo con tabaccherie, poste, banche, per effettuare quelle operazioni che prima richiedevano code agli sportelli pubblici. A breve faremo in modo che anche dagli uffici della propria azienda sarà possibile richiedere e ottenere pratiche della P.A. E ancor prima sarà introdotto il certificato medico elettronico e altri atti, acquisibili attraverso la rete, senza muoversi da casa e con zero spreco di carta”. Il ministro è un fiume in piena, il tono è quello confidenziale, la platea apprezza l’esposizione chiara di ciò che Brunetta ha fatto e ciò che si propone di attuare. Fornasari, provocandolo, gli ricorda che numerosi quotidiani lo hanno etichettato come “guaritore”, dopo che sono stati pubblicati i dati sul drastico calo dell’assenteismo nel pubblico. “All’inizio, quando è stato approvato il decreto, ho ricevuto una marea di insulti, anche personali, rivolti da conservatori di sinistra come Eugenio Scalari, Furio Colombo e tanti altri radical chic. Poi i fatti mi hanno dato ragione, visto che i provvedimenti che ho adottato hanno colpito i dipendenti pubblici maggiormente assenteisti, che hanno perso privilegi incompatibili con la loro condotta, e premiando invece quelli che producono e raggiungono obiettivi significativi. A contestare il provvedimento e il sottoscritto è rimasta solo la Cgil, che non si rende conto che con questa lotta faziosa continua a perdere sempre più iscritti”. Poi, tra aneddoti autoironici sul suo stato di trepidazione antecedente alla nomina di ministro e le prime gaffes dovuta all’inesperienza nelle vesti di autorità, Brunetta affronta altri temi caldi, come il referendum di fine giugno. “Sono stato tra i primi firmatari del referendum – precisa - e come tale andrò alle urne a votare sì.” E sul rapporto a volte delicato col partito di Bossi spiega: “la Lega è un alleato leale e serio. A volte forse un po’ ruvido. Spesso capita che ci sia un sano antagonismo con il Pdl sul versante delle elezioni locali. Ma con Bossi c’è un ottimo rapporto quando si parla di riforme. Questo governo a breve varerà il federalismo fiscale, poi toccherà alla mia riforma del sistema amministrativo e burocratico dello Stato. Due novità capaci, da sole, di cambiare faccia al Paese”. Brunetta conclude con un simpatico appello a vantaggio del candidato del Pdl. “Se sono qua è perché faccio il tifo per Giorgio. Se vince gli farò adottare gli smiles all’interno dell’amministrazione comunale. Ma badate bene, le riforme per migliorare la pubblica amministrazione non sono né di destra, né di sinistra. Sono, come diceva un grande socialista come Brodolini, a vantaggio di una parte sola: quella del cittadino”.

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