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mercoledì 6 maggio 2009

Brunetta: «La parola precari mi fa venire l'orticaria. Mi fa schifo chi li mitizza»


Il Messaggero
- «Li chiamerei lavoratori flessibili e non precari, perchè la parola precario mi fa venire l'orticaria», è una delle battute del ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta, a margine della presentazione al Cnel dei dati del monitoraggio sul lavoro flessibile nella P.a..
«Mi fa schifo chi mitizza i precari». «La mitizzazione del precario -ha ribadito Brunetta- non mi piace. Io stesso ho fatto il precario tanti anni all'università e non amo certo questo periodo, ma fare del precario una 'classè, come fa certa letteratura o certa filmografia, non è certo giusto». «Chi mitizza la figura del precario con attività sindacale, letteraria o filmografica, mi fa letteralmente schifo e mi fa venire l'orticaria». Così il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, a proposito delle critiche avanzate oggi dalla FP-Cgil sul monitoraggio del ministero della Funzione pubblica accusato di contenere numeri «truccati».
Secondo Brunetta (intervenuto oggi al Cnel), infatti, mitizzare la figura del precario è «una strumentalizzazione politica». I precari, ha aggiunto, «non possono e non devono essere una classe sociale, ma una forma di passaggio. Chi li mitizza lo fa sulla pelle di questi giovani».
No a numeri a caso. Il ministro ha insistito nell'affermare che «non è utile sparare numeri a vanvera pensando che così si tutelino meglio i lavoratori. La loro tutela sta nel dire le cose come stanno. La nostra intenzione è quella di capire e far capire al Parlamento che deve legiferare. Buttare lì numeri, congestionare il dibattito o lanciare anatemi non serve a nessuno, certo non serve ai lavoratori con contratto di lavoro flessibile».
Brunetta: sono 10-15mila unità Brunetta (che oggi ha presentato al Cnel il monitoraggio dei contratti di lavoro flessibile nella pubblica amministrazione già inviato al Parlamento) ha voluto lanciare un messaggio di «tranquillità e sicurezza» per quei lavoratori precari che hanno i requisiti per essere regolarizzati. Il fenomeno, tuttavia, ha precisato lo stesso ministro, non riguarda cento o duecentomila unità ma 10-15 mila, esclusa la regione Sicilia. «Non è certamente colpa dell'orrido Brunetta - ha aggiunto - se questi lavoratori non sono regolarizzati, ma ci sono altri problemi che ancora non conosciamo. Sarei felice di vedere avviati i processi di regolarizzazione, ma il problema è che ci sono enti che ancora non sono riusciti a farlo o non hanno voluto».
Ministro: monitoraggio fatto onestamente. Il ministro ha confermato, quindi, la validità del monitoraggio del suo ministero. «Ovviamente lascio al signor Podda la responsabilità di quello che dice, il monitoraggio è stato fatto con onestà e la massima trasparenza possibile e con una metodologia aggiornata». Il ministro ha anche reso noto che Palazzo Vidoni sta mettendo in piedi con il Cnel e l'Istat un sistema stabile di monitoraggio su questo fronte.
Allarme precari della Cgil. A lanciare l'allarme sui precari nella pubblica amministrazione era stata la Cgil. Dal primo luglio - è la stima del sindacato di categoria Fp - in 60 mila perderanno il posto a causa della norma, all'esame del Parlamento, che blocca i percorsi di stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Ma il numero è destinato a salire: nel 2010 si arriverà ad oltre 120 mila unità fino a giungere nel 2011 a 200 mila. In una conferenza stampa, il sindacato ha sottolineato che in base alla «strategia del governo, tutto il personale precario, a prescindere dal possesso dei requisiti per la stabilizzazione, non vedrà rinnovato il proprio contratto». Insomma, per l'organizzazione guidata da Carlo Podda, si assisterà nei prossimi mesi ad un «licenziamento in massa». E alla «perdita di una singola unità lavorativa, in settori come la sanità o il socio-assistenziale, corrisponderà un'assenza di organico difficilmente colmabile. In questi casi, la cessazione del rapporto di lavoro corrisponderà con quella del servizio».
Le cifre del sindacato. Sempre secondo dati forniti dal sindacato, sulla base del Conto Annuale della Ragioneria Generale, il totale del personale precario nell'intera P.A. è di 440.920 unità, considerando invece i soli comparti di riferimento della sola Funzione Pubblica Cgil (quindi esclusi gli enti di ricerca, la scuola e università) ammonta a 201.716 unità (102.388 lavoratori a tempo determinato, 11.321 lavoratori interinali, 4.307 lavoratori in formazione lavoro, 25.164 lavoratori socialmente utili, 58.536 collaborazioni). Nel 2007 le stabilizzazioni hanno interessato 10.982 lavoratori della pubblica amministrazione, mentre altri 38.956 sono i cosiddetti aventi diritto.
Critiche al monitoraggio del Ministero. La Fp è tornata, quindi, a criticare il monitoraggio fatto dal ministero della Pubblica Amministrazione giudicandolo «parziale, pressappochista e strumentale» che censisce «meno della metà degli enti censiti dal Conto Annuale: 4027 contro 9903)». E che, ancora, non tiene conto, per esempio, dei precari tra i vigili del fuoco, della Croce Rossa o della Protezione Civile. Si punta a «ridimensionare il fenomeno - è la tesi della Fp - per rendere socialmente più accettabile lo stop alle stabilizzazioni, il cui percorso era stato avviato dal precedente governo». Sotto accusa lo stesso criterio «con il quale il questionario è stato formulato, laddove la richiesta riguardava le unità di personale che gli enti 'intendono stabilizzare e non il loro fabbisogno».

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