LA PETIZIONE DA FIRMARE

venerdì 29 maggio 2009

Brunetta contro tutti: chiude l’antimafia, rifà il look agli statali, censura i poliziotti “panzoni”


Precari... ecco chi vi sta mandando a casa...

Da Dazebao
di Giovanni Mazzamati

ROMA – Ospite della trasmissione Klauscondicio diffusa su Youtube da Klaus Davi, il Ministro della Funzione Pubblica Brunetta si è lanciato in giudizi secchi quanto discutibili su molti temi della vita del Paese, dalla Mafia alla sicurezza, finendo sempre per attaccare duramente i lavoratori della pubblica amministrazione. Durissime critiche sono arrivate dai sindacati.

Brunetta: «Abolirei l’Antimafia»
«Oggi Brunetta ha perso una buona occasione per contribuire alla vita democratica del Paese». A dirlo è Lorenzo Mazzoli, segretario nazionale della Fp Cgil, commentando l’intervista rilasciata dal Ministro della Funzione Pubblica a Klaus Davi. «Brunetta si è lanciato in un’analisi quantomeno azzardata sul fenomeno della Mafia e sui mezzi di contrasto ad essa», continua il sindacalista, ricordando come il Ministro sia arrivato persino a sostenere che per quanto lo riguarda scioglierebbe l’Antimafia. «A suo dire la Mafia andrebbe trattata come tutte le altre forme di criminalità. Mai sentito niente di più superficiale sul tema, parole che dimostrano scarsa comprensione del fenomeno, poca sensibilità istituzionale, ma soprattutto l’incapacità del Ministro di comprendere il limite lecito del contraddittorio e della polemica. A pochi giorni dalla commemorazione della morte del giudice Falcone, padre dell’Antimafia, certe dichiarazioni fanno rabbrividire». Anche Felice Romano, segretario del Siulp, il sindacato della Polizia, ha commentato le dichiarazioni di Brunetta: «L’idea di cancellare la parola Mafia dall’uso comune non è purtroppo nuova, ci ha già pensato qualcuno, circa ottant’anni fa, e si chiamava Benito Mussolini».

«Dipendenti pubblici in giacca e cravatta»
Immediatamente alle polemiche sull’Antimafia si sono aggiunte quelle relative alle dichiarazioni sul look dei dipendenti pubblici, che per Brunetta dovrebbero sempre vestire in giacca e cravatta. «Mi chiedo se il Ministro pensi di introdurre un’apposita “indennità vestiario” o “indennità cravatta”, per integrare i magri stipendi dei dipendenti pubblici, e permettere loro di mantenere un look più consono ai suoi gusti, oppure se la permanenza a Palazzo Vidoni lo abbia ispirato a reintrodurre le divise per i dipendenti pubblici tanto in voga nel Ventennio», ha dichiarato Carlo Podda, segretario generale della Fp Cgil.
Brunetta ha anche aggiunto che punta «a far lavorare i dipendenti pubblici tutta la giornata: è un mio obiettivo. Mi piacerebbe che lavorassero tutti i pomeriggi fino a tardi, in primis il settore giustizia. Io amo tantissimo il tempo pieno e i turni. Ma perché tanti edifici pubblici vengono utilizzati solo per mezza giornata? Perché non usare le scuole anche oltre l’orario normale? Far lavorare gli statali anche di pomeriggio è un mio obiettivo di questa legislatura».

«No ai poliziotti panzoni»
«Meno burocrazia e più polizia on the road a contatto diretto con il cittadino, credo che su questo punto non ci sia nessuno che dissenta», ha sentenziato Brunetta, aggiungendo che «certamente non si può mandare in strada il poliziotto “panzone” che fino a quel momento non ha fatto altro che il passacarte, perché lì se li mangiano. Bisogna cambiare il concetto stesso di sicurezza, deve essere fatta da chi la sa fare». Così il Ministro della Funzione Pubblica, a cui ha fatto seguito un comunicato del sindacato della Polizia. «Non passa giorno senza che il ministro dica la sua sui mille mali del pubblico impiego, ma a questo punto la misura è davvero colma e, dunque, attendiamo scuse ufficiali dal fantasioso ministro della Funzione Pubblica». Duro Felice Romano, segretario del Siulp, che prosegue: «Attendiamo soprattutto che qualcuno “arresti” le uscite fuori luogo e fuori gusto di Renato Brunetta: le donne e gli uomini della Polizia di Stato hanno tanti e troppi problemi da affrontare, non possono farsi carico delle stravaganze di uomini che dovrebbero rappresentare lo Stato ai massimi livelli e passano il loro tempo insultando a più non posso chi per 1.300 euro al mese rischia la pelle, e spesso ce la lascia, sulle strade».
Durissime anche altre due sigle sindacali, il Sialp e l’Anfp. «Il ministro dimostra di non conoscere l’organizzazione ed i compiti della Polizia di Stato poiché i colleghi che svolgono servizio “dietro le scrivanie”, quelli che lui definisce “panzoni”, altro non fanno che proseguire il lavoro effettuato dalle pattuglie in strada, dagli uffici investigativi e tutte le attività amministrative (obbligatorie per legge) connesse al rilascio dei permessi di soggiorno o ai decreti di espulsione, oltre ad esser in gran parte personale ferito in servizio o parzialmente idoneo a causa di patologie contratte in servizio. Consigliamo a Brunetta prima di avventurarsi nel rilasciare dichiarazioni sugli uomini e le donne della polizia di Stato, di informarsi dai suoi colleghi della Giustizia e dell’Interno, sugli sviluppi delle attività di prevenzione e persecuzione dei reati che la polizia prosegue con le autorità giudiziarie ed amministrative per garantire la sicurezza ai cittadini».

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