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lunedì 16 marzo 2009

Misure contro la crisi: ecco gli aiuti ai precari


Ammortizzatori sociali più veloci: 20 giorni per la Cassa integrazioneRoma - Un nuovo piano da 250 milioni di euro per aiutare chi perde il lavoro. Assegni dei cassintegrati liquidati più in fretta, sussidi raddoppiati agli atipici, tra un lavoro e l’altro. Via libera a chi, senza lavoro e mentre percepisce il sussidio, trova un «lavoretto». Poi incentivi ai datori che riassumono chi ha perso il posto. Il tutto condito da un «appello alla responsabilità», pronunciato direttamente dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi e rivolto ai giovani che - spesso per colpa di corsi universitari che preparano a tutto tranne che a un impiego - non trovano una collocazione. In questo periodo, meglio che accettino quello che capita. Anche perché «nel dopo crisi - ha assicurato al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato le norme - conterà nel curriculum essersi messo in gioco, aver accettato anche un lavoro umile». Le novità saranno inserite come emendamento nella legge degli incentivi alle auto. E sono ispirate al principio del welfare to work. Sussidi, quindi, ma finalizzati a far ritrovare il lavoro. Si inizia con una drastica semplificazione e sburocratizzazione che mira a far funzionare quello che già c’è. E quindi la Cassa integrazione. «Dai 120-140 giorni che servivano per l’erogazione degli strumenti ordinari - ha spiegato il ministro Sacconi - con le misure adottate ci sarà una drastica semplificazione del procedimento per arrivare a 20-30 giorni». Cosa non da poco, tanto che anche la Cgil, ha ammesso che si tratta di un risultato «importante» anche se «parziale». Tempi, ma anche fondi: 151 milioni già dati alle regioni per finanziare i sussidi. Poi ci sono le misure per i precari. Ammortizzatori in deroga, come si dice. In altre parole viene riconosciuto anche a chi ha contratti legati ad un progetto, una forma di tutela che fino a poco tempo fa non esisteva. L’indennità di reinserimento già introdotta raddoppiata, dal 10 al 20 per cento di quanto percepito nell’anno precedente per una somma che va dai mille ai 2.600 euro. Costo: 100 milioni. Si punta poi a incentivare la riassunzione, anche dei cosiddetti atipici, con forme simili a quelle che valgono per gli ammortizzatori ordinari. In sostanza, «nel caso in cui un lavoratore venga assunto, porta con sé i sussidi del precedente periodo e così si abbatte il costo del lavoro». Chi riceve il sussidio potrà accettare dei «lavoretti». Anzi, verrà incentivato, dandogli la possibilità di essere pagato con i voucher già usati per i lavori stagionali nell’agricoltura (così verserà anche i contributi) e che stanno riscuotendo successo nel Nord Italia (nel Sud no e per questo Sacconi intensificherà l’attività degli ispettori a caccia di lavoratori in nero). Si rafforza poi l’intervento degli enti bilaterali (cioè formati da sindacati e associazioni datoriali) che soprattutto nell’artigianato erogano sussidi. Lo stato garantirà in tutti i casi un’indennità dell’80 per cento. Le novità non sono e finite. Allo studio - spiega Ivan Guizzardi, presidente della Alai Cisl - ci sono misure anche per gli interinali. Anche in questo caso forme di sussidio, che saranno allargate anche a quei lavoratori che non hanno abbastanza contributi. Quindi ai più giovani.
L'indennità per i cocopro: +20% del reddito annuale
Nuovi aiuti in arrivo per i collaboratori che restano disoccupati: il governo ha deciso infatti di raddoppiare l’indennità di reinserimento per i lavoratori a progetto, i «CoCoPro», con un solo committente: il contributo una tantum viene innalzato dal 10 al 20 per cento del reddito percepito l’anno precedente, in un intervallo che va da mille a 2.600 euro. Per realizzare l’intervento il governo ha stanziato cento milioni di euro, che si aggiungono ai fondi già varati per gli ammortizzatori sociali nel biennio 2009-2010 (a disposizione 12 miliardi per la cassa integrazione ordinaria, più 4 per gli ammortizzatori sociali, in accordo con le Regioni). Il nuovo investimento è stato possibile grazie a una riorganizzazione dei fondi a disposizione del ministero del Welfare, e sarà realizzato anche per il 2010. «I lavoratori a progetto non possono ricevere gli ammortizzatori sociali tradizionali – ha spiegato il ministro Sacconi –. Per questo abbiamo deciso di intervenire attraverso un altro strumento, raddoppiando l’indennità di reinserimento». Indennità che sarà mantenuta anche da chi, nel frattempo, riuscirà a ottenere dei lavori saltuari.
Ammortizzatori sociali più veloci: 20 giorni per la Cassa integrazione
Tra le nuove misure approvate dal Consiglio dei ministri, anche una drastica riduzione della tempistica per lo stanziamento degli ammortizzatori sociali. L’iter burocratico sarà sintetizzato, dagli attuali quattro mesi (nella migliore delle ipotesi) a tre settimane, un mese al massimo. «Dai 120-140 giorni che servivano per l’erogazione degli strumenti ordinari – ha spiegato Sacconi – con le misure adottate oggi ci sarà una semplificazione del provvedimento per arrivare a 20-30 giorni». Una risposta più rapida alle situazioni di emergenza, insomma, anche nel caso che l’andamento dell’economia possa rallentare ancora. Proprio riguardo alle previsioni sul mercato del lavoro in Italia, il ministro ha sottolineato che «gli indicatori dell’occupazione possono peggiorare, ma dobbiamo relativizzare i dati e confrontarli con gli anni passati. Il 2008 ed il 2007 sono stati anni ottimi per quanto riguarda l’occupazione. Il tasso di occupazione nel 2008 è stato del 59 per cento». Un dato destinato inevitabilmente a peggiorare in questi mesi, anche se molto dipenderà da come il Paese saprà reagire alla crisi.
Incentivi a chi «arruola» disoccupati E pubblicità alle offerte disponibili

Al via anche un pacchetto di «norme per incentivare le riassunzioni dei lavoratori che beneficiano di sussidi straordinari in deroga», che si affiancano alle analoghe forme di incentivazione per chi assume lavoratori beneficiari degli ammortizzatori ordinari. In pratica, spiega il ministro Sacconi, «un lavoratore riassunto porterà con sé i sussidi del precedente periodo lavorativo, con conseguente abbattimento del costo del lavoro». Per agevolare i disoccupati nella «caccia» a una nuova occupazione, il governo ha anche disposto «a carico dei centri per l’Impiego e delle agenzie private l’obbligo di divulgare, anche sugli organi di informazione locali, tutte le opportunità di lavoro». Obiettivo dell’esecutivo, insomma, è allargare la «platea» di fronte alle offerte a disposizione. I giovani, in particolare, per Sacconi dovranno essere pronti ad accettare «lavori anche lontani dal percorso di studi scelto, lavori umili». Per due ragioni fondamentali: primo, perché in tempi di crisi la disponibilità ad adattarsi è più che mai necessaria; secondo, perché nel dopo crisi «sarà sicuramente avvantaggiato chi avrà avuto la capacità di mettersi in gioco».
Anche chi ha i sussidi può lavorare grazie ai "voucher" occasionali
Erano stati introdotti già dalla legge Biagi per semplificare i rapporti di lavoro in un settore ad alta stagionalità come l’agricoltura. Ora i «voucher» per pagare le prestazioni occasionali vengono estesi a tutti i lavoratori che hanno perso l’impiego e fanno ricorso ai sussidi di disoccupazione. L’intervento, in via sperimentale per tutto il 2009, permetterà di svolgere lavori occasionali in diversi settori, per un massimo di 3mila euro nel corso dell’anno. Per Sacconi questo sistema «nulla toglie alla possibilità di accettare un lavoro congruo, o di frequentare un corso di formazione». Ma attraverso questo strumento, «un dipendente pagato all’80% con la cassa integrazione sarà in grado di integrare il proprio reddito, magari raggiungendo il livello precedente». I voucher sono realizzati in carnet, e hanno un valore di 10 euro l’uno: al lavoratore vanno 7,5 euro netti, il resto serve per i contributi Inps e Inail. Ogni buono, insomma, incorpora sia l’assicurazione anti-infortuni sia il contributo pensionistico, che viene accreditato automaticamente sulla posizione Inps del lavoratore. Il compenso, invece, è esente da tasse e non incide sullo stato di disoccupazione.

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