Corteo del 14 novembre. Confermata l'astensione dal lavoro e la protesta degli atenei
Arrivarci a Roma, alle «loro» condizioni e cioè su treni speciali e biglietti a prezzi stracciati, è già un'impresa. Alla vigilia della manifestazione nazionale del mondo universitario «No Gelmini» che venerdì mattina attraverserà il centro della Capitale scoppiettano le polemiche come pop-corn in padella e con un copione già visto.
A Milano, Torino, Napoli, ecc. cortei improvvisati e tentativi di occupazioni di binari e rotaie. I milanesi, ad esempio, vogliono pagare il biglietto Milano-Roma (e ritorno) venti euro. Per i napoletani sono stati predisposti già tre treni (e il 30%) di sconto ma i ragazzi chiedono altri vagoni e tariffe ancora più «politiche». I ragazzi pisani si sono dati appuntamento alle 4 di venerdì mattina alla stazione centrale al grido di «Tutti a Roma, vogliamo i teni». Intanto per scaldare i muscoli, domani (ore 14) è previsto un tentativo di Netstrike contro il sito del Ministero dell'Istruzione che mira a bloccare, per un paio d'ore, il server che lo ospita: «È un'azione di forza con cui vogliamo dare risalto alla protesta contro la distruzione dell'università pubblica e della ricerca» scrivono i promotori dell'azione on line.
Ma il «Pericolo Onda anomala» come si autoannunciano su www.uniriot.org, Network delle università ribelli, potrebbe portare altre sorprese. Hanno aderito alla manifestazione che comunque, è (e rimane) «inpolitica» pure i ragazzi di destra del Blocco Studentesco «Azione Identitaria» e gli esponenti di «Azione Universitaria» vicini ad An. Quale «ghiotta» occasione, in un rigurgito nostalgico, per scatenare la rissa considerato che alcune frange oltranziste di sinistra, potrebbero infiltrarsi nelle file del corteo di Roma. Come alcuni gruppi anarchici del Centrosud ed esponenti dei Centri Sociali del Nord (come gli insurrezionalisti di Torino e del Nordest). Insoma il clima della vigilia è, a dir poco, incandescente. Domani sera, nella Capitale, si celebrerà pure la Notte Bianca dei ricercatori e precari all'Istituto Superiore di Sanità. L'evento, organizzato da CGIL, CISL e UIL ha lo scopo di richiamare l'attenzione dei media «sulla buona ricerca pubblica che si fa nel nostro paese, con poche risorse, poche persone e tanti precari, ora anche a rischio di licenziamento».
Sulla cresta dell'onda (anomala) anche l'agitazione delle scuole secondarie. In molti istituti e licei le occupazioni hanno lasciato il posto alle autogestioni. Il rientro in classe è comunque ancora lontano. Molti collettivi studenteschi medi hanno già annunciato che tireranno avanti almeno fino al 17 novembre, Giornata mondiale degli studenti.
Sull'altro versante, nel palazzone ministeriale di Viale Trastevere, si sono riuniti i sindacati dell'Università e della Ricerca con i vertici del ministero dell'Istruzione, in testa il ministro Gelmini. Sul tappeto la remota speranza che si potesse aprire spiragli per una revoca dello sciopero di venerdì. Irremovibili i sindacati: «Le proposte del ministro sono insufficienti - ha detto la Flc Cgil - pur apprezzando la buona volontà del ministro ad affrontare alcune criticità del precariato e dei contratti, complessivamente vengono riconfermati i tagli della legge 133 e l'impianto del decreto Brunetta».
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