«Bisogna mantenere la base produttiva del Paese»
Il Papa: contro la crisi urgono soluzioni e nuovi posti di lavoro
IL MESSAGGERO - ROMA (24 maggio) - «Se da un lato è doveroso proteggere il reddito di coloro che sono costretti all'inattività dalla grande crisi globale, dall'altro appare opportuna una moratoria, in termini di autodisciplina, dei licenziamenti da parte delle imprese». Lo dice il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che, commentando le parole del Papa sull'emergenza occupazione, rinnova l'appello al mondo delle imprese anche al fine di «mantenere viva la base produttiva del Paese». La moratoria, che il ministro auspica venga autonomamente decisa dalle aziende, punta a «mantenere viva la base produttiva del Paese affinché sia pronta a ripartire nel momento della ripresa della domanda» dice Sacconi, secondo il quale «il tempo del "non lavoro" deve per altro essere quanto più riempito da opportunità di apprendimento che possono essere garantite dalle Regioni attraverso la riallocazione delle risorse per la formazione».
«Lo stesso contrasto dei flussi migratori clandestini - dice il responsabile del Welfare - si deve accompagnare con un'adeguata attenzione alla disoccupazione di coloro che si trovano nel nostro Paese in condizioni di regolarità per un progetto di vita. Nell'appello del Pontefice è per altro implicito che il valore del lavoro presuppone il riconoscimento del valore della vita, senza il quale il Paese non troverebbe quel vitalismo economico e sociale che sarà necessario per agganciare al meglio la ripresa dell'economia globale».
Il Papa: contro la crisi servono soluzioni urgenti. Nella messa celebrata a Cassino nel 65° anniversario del bombardamento, oggi il Papa aveva detto che è giusto «sottolineare anche l'attenzione all'uomo fragile, debole, alle persone disabili e agli immigrati». Per quanto riguarda gli immigrati, Benedetto XVI ha detto che «come al tempo di Benedetto, il padre del monachesimo occidentale, la società ereditata dall'impero romano era messa alla prova dai nuovi popoli venuti da fuori e non sempre amichevolmente, così anche oggi l'Europa si trova a dover fare i conti con decine di migliaia di immigrati sospinti dal bisogno. La ricomposizione del tessuto umano, che le migrazioni richiedono di realizzare nel tempo, trova nell'esempio benedettino un paradigma di metodo ancora efficace». Affrontando il tema della crisi economica, il Papa ha espresso solidarietà ai lavoratori in difficoltà per la crisi economica, precari, disoccupati o in cassa integrazione: «Servono soluzioni urgenti - ha detto - creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie».
Il Papa: contro la crisi urgono soluzioni e nuovi posti di lavoro
IL MESSAGGERO - ROMA (24 maggio) - «Se da un lato è doveroso proteggere il reddito di coloro che sono costretti all'inattività dalla grande crisi globale, dall'altro appare opportuna una moratoria, in termini di autodisciplina, dei licenziamenti da parte delle imprese». Lo dice il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che, commentando le parole del Papa sull'emergenza occupazione, rinnova l'appello al mondo delle imprese anche al fine di «mantenere viva la base produttiva del Paese». La moratoria, che il ministro auspica venga autonomamente decisa dalle aziende, punta a «mantenere viva la base produttiva del Paese affinché sia pronta a ripartire nel momento della ripresa della domanda» dice Sacconi, secondo il quale «il tempo del "non lavoro" deve per altro essere quanto più riempito da opportunità di apprendimento che possono essere garantite dalle Regioni attraverso la riallocazione delle risorse per la formazione».
«Lo stesso contrasto dei flussi migratori clandestini - dice il responsabile del Welfare - si deve accompagnare con un'adeguata attenzione alla disoccupazione di coloro che si trovano nel nostro Paese in condizioni di regolarità per un progetto di vita. Nell'appello del Pontefice è per altro implicito che il valore del lavoro presuppone il riconoscimento del valore della vita, senza il quale il Paese non troverebbe quel vitalismo economico e sociale che sarà necessario per agganciare al meglio la ripresa dell'economia globale».
Il Papa: contro la crisi servono soluzioni urgenti. Nella messa celebrata a Cassino nel 65° anniversario del bombardamento, oggi il Papa aveva detto che è giusto «sottolineare anche l'attenzione all'uomo fragile, debole, alle persone disabili e agli immigrati». Per quanto riguarda gli immigrati, Benedetto XVI ha detto che «come al tempo di Benedetto, il padre del monachesimo occidentale, la società ereditata dall'impero romano era messa alla prova dai nuovi popoli venuti da fuori e non sempre amichevolmente, così anche oggi l'Europa si trova a dover fare i conti con decine di migliaia di immigrati sospinti dal bisogno. La ricomposizione del tessuto umano, che le migrazioni richiedono di realizzare nel tempo, trova nell'esempio benedettino un paradigma di metodo ancora efficace». Affrontando il tema della crisi economica, il Papa ha espresso solidarietà ai lavoratori in difficoltà per la crisi economica, precari, disoccupati o in cassa integrazione: «Servono soluzioni urgenti - ha detto - creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie».
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