LA PETIZIONE DA FIRMARE

lunedì 9 marzo 2009

La Regione Lazio a sostegno di disoccupati e precari


Tibaldi: «Prima sperimentazione per una ridefinizione delle politiche di welfare»



La scorsa settimana l'Aula della Pisana ha approvato un provvedimento normativo a sostegno dei lavoratori disoccupati, inoccupati e precari. Il beneficio previsto dalla legge è di 7 mila euro annui da corrispondere mensilmente e avrà la durata di un anno. L'assessore al Lavoro, Alessandra Tibaldi,si augura che questa prima sperimentazione si possa tradure «in un intervento strutturale, tale da consentirci di ampliare il numero dei beneficiari».Quaranta milioni di euro per disoccupati, inoccupati e precari. Si tratta della legge regionale sul reddito minimo garantito che la Regione Lazio ha approvato la scorsa settimana. «Un provvedimento particolarmente importante - sottolinea Alessandra Tibaldi, assessore al Lavoro, Pari opportunità e Politiche sociali- in quanto può agire da apripista per una futura ed auspicata legislazione nazionale per il reddito di base e per una complessiva ridefinizione delle politiche di welfare». Attualmente lo stanziamento prevede la disponibilità di 20 milioni di euro per il 2009 e 20 milioni di euro per il biennio 2010-2011. Il governatore del Lazio Piero Marrazzo, però, ha già fatto sapere, che è già in corso di valutazione, insieme all'assessore al bilancio, la possibilità di aumentare lo stanziamento iniziamento iniziale in fase di assestamento. Il beneficio previsto dalla legge è di 7 mila euro annui da corrispondere mensilmente e avrà la durata di un anno. Verranno privilegiati i lavoratori che decideranno di aderire a percorsi di formazione che puntino alla ricollocazione nel circuito lavorativo. «E' una novità importante nel panorama italiano» tiene a sottolineare l'assessore Tibaldi. «L'Italia è l'unico paese, insieme alla Grecia, che non ha un provvedimento nazionale che stabilisce un principio del genere».«La crisi economica globale che stiamo vivendo rischia di penalizzare i tanti lavoratori precari - con contratti atipici, somministrati, interinali- che al termine del loro contratto di lavoro non hanno il minimo riconoscimento in materia contributiva e retributiva». La decisione di sostenere il reddito minimo garantito è anche un'occasione per «suscitare una discussione a livello nazionale e provare a capire - illustra l'assessore- se c'è la possibilità di individuare i percorsi che possono portare a una legge nazionale in questa direzione». «Questo provvedimento normativo regionale - spiega la Tibaldi- permetterà di sostenere quelle categorie di lavoratori, come quelli a tempo indeterminato, che sono rimasti esclusi dall'accordo complessivo con il governo -con cui la Regione ha già siglato una pre-intesa- sugli ammortizzatori sociali».



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