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lunedì 23 marzo 2009

Disoccupazione, allarme dell'Istat «Torna a crescere dopo nove anni»

In calo dal '99, i senza lavoro sono di nuovo in aumento:nel 2008 al 6,7%, contro il 6,1% di un anno fa



ROMA - Torna a crescere il numero di disoccupati in Italia, dopo nove anni di «ininterrotta diminuzione». Lo comunica l'Istat, specificando che nella media del 2008 il tasso di disoccupazione si attesta al 6,7% (dal 6,1% nel 2007) e le persone in cerca di occupazione aumentano, in confronto a un anno prima, del 12,3%. Nel quarto trimestre del 2008 la disoccupazione è passata dal 6,6% del periodo ottobre-dicembre 2007 al 7,1%. Il numero di disoccupati aumenta inoltre rispetto a un anno prima di 0,8 punti percentuali per gli uomini mentre scende di 0,1 punti percentuali per le donne, posizionandosi rispettivamente al 6,0% e all'8,6%. Per il quarto trimestre consecutivo, dunque, l'area della disoccupazione si allarga: 120mila unità in più rispetto al quarto trimestre 2007. Rispetto al terzo trimestre 2008, al netto dei fattori stagionali, il tasso aumenta di due decimi di punto.

PIÙ DISOCCUPATI AL SUD - L'incremento delle persone senza lavoro (186.000 unità) nel 2008 riguarda sia gli uomini che le donne, sottolinea l'istituo di statistica. L'aumento della disoccupazione maschile (+98.000 unità) dipende in misura significativa da quanti hanno perso il lavoro (+73.000 unità). L'allargamento dell'area della disoccupazione femminile (+88.000 unità) è dovuto soprattutto alla crescita delle ex-inattive (+55.000 unità), in particolare nel Mezzogiorno. L'Istat sottolinea inoltre che la crescita del tasso di disoccupazione riguarda soprattutto le regioni centrali e meridionali. Il tasso sale anche per la componente straniera, passando dall'8,3% del 2007 all'8,5% del 2008.

UE «PREOCCUPATA» - Proprio l'allarme disoccupazione è stato oggetto della bozza finale del vertice dei capi di Stato e di governo dell'Ue che si è tenuto a Bruxelles. «Il rapido aumento della disoccupazione è causa di grave preoccupazione», si legge nella bozza di conclusioni. Rispetto alle versioni precedenti del testo, in cui si parlava genericamente di «preoccupazioni», il passaggio è stato dunque maggiormente enfatizzato. «È importante - si legge ancora - impedire e limitare perdite di posti di lavoro e ripercussioni sociali negative. Altresì prioritario è stimolare l'occupazione, in particolare promuovendo l'acquisizione delle nuove competenze necessarie per nuovi posti di lavoro». In vista del nuovo vertice straordinario dell'Ue di maggio a Praga, interamente dedicato agli aspetti sociali della crisi, nella bozza si sottolinea come si dovrà lavorare «al fine di individuare orientamenti concreti». Compare dunque un richiamo alla concretezza che è stato sollecitato da numerosi capi di Stato e di governo.

PRODUZIONE INDUSTRIALE - Crolla la produzione industriale a gennaio, nei Paesi della zona dell'euro: il calo, rispetto al mese precedente, è stato del 3,5%, mentre su base annua è arrivato al 17,3%. Lo rende noto Eurostat, l'ufficio europeo di statistica, che per l'Unione europea indica una diminuzione del 2,9% rispetto a dicembre e del 16,3% in rapporto al gennaio 2008.




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