Ciao a tutti
Volevo aggiornare tutti i precari ISPRA della situazione che stiamo vivendo come precari ex icram. Vi comunico subito che siamo impossibilitati a comunicare via mail dall'ufficio perchè da prima di natale la connessione internet non funziona e solo da qualche giorno è possibile connettersi alla posta da casa. Inoltre l'Istiituto è stato chiuso dal 24 al 6 gennaio per lavori all'impianto elettrico ed anche nei prossimi giorni diversi piani del nosytro edifici saranno senza corrente di conseguenza molti di noi non ci saranno. Questa premessa per dirvi con quale sorpresa siamo tornati il 7 gennaio in Istituto e abbiamo appreso che circa 20 co.co.co su fondi di progetti esterni e quindi sempre per questa interpretazione non svolgono "attività istituzionale" ed avendo la "colpa" di avere più di tre anni di anzianità con molta probabilità non saranno rinnovati per un'interpretazione restrittiva del decreto che è stato pubblicato in gazzetta il 31 dicembre. Sarebbero tante le cose da dire ma Lascio a voi i commenti e vi chiedo lumi sulla situazione che state vivendo in ex APAT ed ex INFS.
Ciao, Raffaella
LETTERA APERTA ALL’ON.LE STEFANIA PRESTIGIACOMO MINISTRO DELL’AMBIENTE, TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
RispondiEliminaGentile Signor Ministro,
Gradisca innanzi tutto gli auguri per il nuovo anno da parte dei cacciatori Italiani. Un anno ci lascia con il consuntivo delle cose fatte, ed uno nuovo inizia con il necessario bagaglio degli auspici,delle buone intenzioni e dei programmi.
Come avrà notato il “logo” del taccuino è comprensivo della parola “ambiente” che direttamente si lega,per certi versi,alle Sue specifiche funzioni di Ministro della Repubblica.
Ci lasci dire,e non lo facciamo per partito preso e né sotto il profilo di appartenenza politica,cosa estranea del resto,alle finalità del “Taccuino”, che il bilancio di fine anno del Suo Dicastero appare apprezzabile e significativo.
Ci riferiamo alla grande partita Europea sul “pacchetto clima” chiusa a BRUXELLES lo scorso mese di dicembre, con risultati positivi per il nostro paese,soprattutto per ciò che concerne il sistema produttivo nazionale,per la quale si paventavano costi enormi,più alti degli altri grandi partner Europei,e non commisurati a quelli dei concorrenti extracomunitari.
Pur avendo mantenuto inalterati gli obbiettivi generali riassunti nella ormai nota formula del 20-20-20: una riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica,una quota del 20% di consumi da fonti rinnovabili e un miglioramento dell’efficienza energetica del 20% entro il 2020,l’ITALIA ottiene nel testo finale dell’accordo delle clausole che consentono al settore manifatturiero,comparto vitale per la nostra economia,l’ottenimento di quote gratuite di permessi di emissione che partono con l’80% nel 2013,per poi fermarsi al 30% nel 2020. Un buon risultato non c’è che dire!
Ci consenta,però,adesso di poterLE tratteggiare un quadro breve e riassuntivo dei problemi che sono all’ordine del giorno su di una ipotetica agenda della caccia Italiana.
Sappiamo bene che tutte le problematiche istituzionali a livello centrale dell’attività faunistico-venatoria interagiscono tra il Titolare della delega che è il Ministro dell’AGRICOLTURA, e le specifiche funzioni che la legge Le assegna in materia di Ambiente e tutela del territorio.
Signor Ministro,i cacciatori sono spesso additati come nemici dell’ambiente. Nella maggioranza dei casi essi si sentono e sono invece degli amanti della natura. Sotto questo profilo abbiamo molto apprezzato il contenuto dell’intervista che Lei ha recentemente rilasciato alla Rivista “DIANA”.(n.18 del 4 settembre 2008).
Le potremmo fare innumerevoli esempi della nostra dedizione ambientale. Ce ne consenta uno,non tanto per vanagloria o per ottenere una pubblicità gratuita. Non ci appartiene questa prassi,e non è di norma un nostro costume. Ma i fatti sono i fatti.
Da alcuni anni il “CLUB DELLA PALOMBA” che ha sede a TODI e che ho l’onore di presiedere, ha avviato un programma di informazione ambientale: “ZEFIRO” nelle scuole. Nell’anno scolastico 2007/2008 sono stati coinvolti oltre 3.000 studenti appartenenti ad Istituti scolastici Italiani ed Europei di ogni ordine e grado, sui temi delle risorse energetiche,dell’acqua,del clima,del paesaggio,della fauna e della flora. Dal 2004 al 2OO6 i Meeting di “ZEFIRO” hanno affrontato i temi della PAC (Riforma Politica Agricola Comunitaria),del protocollo di Kyoto,della biodiversità,dei cambiamenti climatici,della conservazione dell’acqua,dell’energia,degli OGM,della Convenzione Europea per la difesa del Paesaggio,dell’aviaria,dei progetti Europei e Nazionali della Rete Natura 2000,dei predatori,delle siepi,delle cacce tradizionali europee,e delle stazioni di inanellamento e cattura di varie specie di uccelli. Nel 2006 il CLUB ha ospitato i lavori del BAREAU della FACE,che ha visto la presenza dei rappresentanti di otto nazioni Europee. Ai cinque meeting di “ZEFIRO” hanno partecipato oltre 90 relatori,tra docenti Universitari,rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni venatorie ed agricole.
Sappiamo bene poi,Signor Ministro,che secondo quanto prevede la Direttiva europea n. 409/79 qualsiasi riforma della legge italiana della caccia, ha necessità di trovare un supporto tecnico scientifico che derivi da organismi a ciò deputati dalle singole leggi nazionali. E ciò vale,a maggior ragione e soprattutto per ciò che concerne la discussione dei disegni di legge attualmente in discussione nella Commissione Ambiente del Senato,riferiti alle modifiche della legge 157/92.
Andiamo nel concreto.
Sembra oramai ineludibile la necessità che i tempi e le specie di fauna cacciabile per quanto riguarda la selvaggina migratoria,debbono essere ricondotti ad un calendario unico nazionale gestito a livello centrale dal Ministro delle Politiche Agricole d’intesa con quello dell’Ambiente e con la Conferenza Stato Regioni.
Come appare inadeguato il supporto scientifico che i singoli Stati Europei compresa l’ITALIA, oggi assicurano sul piano della tutela e del prelievo di particolari specie di fauna selvatica.
Per quel che riguarda il nostro paese la storia dell’ex INFS è significativa ed emblematica. Sottratta a suo tempo dalle competenze della Presidenza del Consiglio ed assegnata poi a quelle del Ministero dell’Ambiente, è stata definitivamente cancellata con l’art. 28 della legge 6 agosto 2008,n. 133,con la creazione dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).Si sono accorpate esperienze e professionalità diverse che pervengono dall’INFS, dalla ex Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici e da quelle riferite all’Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare. Il provvedimento può essere giustificato solo sul piano di una vaga razionalizzazione dei servizi,ma non certo sotto il profilo dell’adeguatezza, riferito alle moderne ed attuali necessità di acquisire l’indispensabile sapere scientifico necessario per assecondare le scelte legislative in materia venatoria. Per l’Italia occorre a nostro avviso un’Agenzia indipendente, per la tutela ed il prelievo sostenibile della fauna selvatica, che includa in una rete nazionale gli Osservatori Faunistici Regionali esistenti,dotata di personale,di strutture e di adeguate risorse economiche. Sul tema,in queste ore, si invocano nuovi ed indefiniti Istituti ,con consigli di amministrazione popolati di innumerevoli rappresentanze,dimenticandosi del fatto che sul piano della Ricerca occorrono più talenti e meno consiglieri. Il mondo venatorio non otterrà mai nessun beneficio tangibile,sino a quando il nostro Paese non avrà una struttura scientifica degna di questo nome. .
Su questo piano ci sembra opportuno chiederLe ,inoltre, Signor Ministro, la possibilità che Lei,a sua volta, s’impegni a concretizzare una iniziativa, di concerto con i Ministri dell’Ambiente Europei, ai fini della elaborazione di una proposta che possa dare un adeguato impulso alla Commissione U.E. ai fini della strutturazione di una AGENZIA EUROPEA che si interessi della tutela e della sostenibilità del prelievo venatorio, con compiti di ricerca,studio ed indirizzo scientifico,al pari di quella più sopra invocata per il nostro paese.
Un organismo di diritto pubblico distinto e “terzo” dalle istituzioni Comunitarie, con caratteristiche simili a quelle oggi esistenti che si interessano dell’Ambiente,della pesca,delle sostanze chimiche,dei medicinali,della sicurezza aerea e delle reti dell’informazione,della salute e del lavoro, e della sicurezza alimentare.
Un ‘Agenzia siffatta,dotata di reale indipendenza scientifica, sarebbe in grado di fornire dati e direttive certe agli stati membri,in ordine alla gestione dell’attività faunistico venatoria Europea,ed all’applicazione corretta ed uniforme delle direttive comunitarie.
Non ultima,Signor Ministro,l’esigenza di un Suo intervento politico-istituzionale per contribuire, in aggiunta alle specifiche prerogative del nuovo PARLAMENTO EUROPEO,al fine di promuovere tutte le azioni istituzionali necessarie per una incisiva e profonda revisione della Direttiva CEE n. 409/79.
Una Direttiva che ha trenta anni di vita e che dettava,al momento della sua emanazione, norme di salvaguardia degli uccelli,che interessavano a quel tempo,12 Paesi membri ed i relativi territori. Oggi tutto è mutato. Sono 27 gli Stati che costituiscono l’U.E e si è in presenza di un’area vasta e variegata sotto il profilo della biodiversità esistente,della natura e della orografia dei luoghi. Specie di uccelli allora in estinzione, oggi risultano tutelati a seguito dell’attuazione delle norme contenute nel progetto RETE NATURA 2000.
Del resto nulla di veramente innovativo si realizzerà anche con la prossima annunciata pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea,della Guida Normativa della Direttiva 409/79.
L’esigenza di costituire un’AGENZIA Europea indipendente che detti norme in materia di tutela e prelievo della fauna selvatica, è rappresentata dal fatto che negli ultimi anni la Commissione U.E e per essa la Direzione Generale Ambiente,si è avvalsa unicamente della Direttiva 409/79 e della Guida Normativa. Troppo poco. Anche se appare doveroso segnalare la costituzione,sempre da parte della Commissione di uno specifico gruppo di lavoro denominato Comitato ORNIS . Signor Ministro il supporto scientifico per stabilire i periodi del prelievo e delle specie cacciabili risultano bene evidenziati nel documento ” Key Concepts” redatto dal Comitato,nell’ambito dell’attività dello Scientific working group. Tale documento,sulla base delle indicazioni degli Stati membri della Comunità,raccoglie e ufficializza,Stato per Stato,i tempi,stabiliti per decadi,della dipendenza e dell’inizio del volo pronunziale degli uccelli migratori. L’Italia nel merito delle indicazioni relative ai periodi di dipendenza e di migrazione prenunziale ha adottato di fatto dei determinati comportamenti . In un primo momento,negli anni 1998-2001, sono stati forniti dati che fissano tali periodi alla metà del mese di gennaio di ogni anno. Successivamente,nel 2002, si è tentato di modificare,su impulso del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali,tali periodi,attraverso dei formali contatti con la Commissione U.E. Di fatto,però,la Commissione stessa non ha ritenuto di dover procedere ad alcuna modifica dei DATI BASE. Come si spiega il fatto che il documento ORNIS reca date relative all’inizio della fase pronunziale differenti per le stesse specie tra l’Italia la Francia e la Spagna? E’ su questo punto,Signor Ministro,che congiuntamente al collega On.le ZAIA,occorre riprendere la trattativa con la Commissione U.E. per ciò che concerne i dati assegnati nel Key concepts of article 74 del documento ORNIS. Occorre dimostrare con ulteriori apporti scientifici che i dati forniti tra il 1998 ed il 2001, non sono in linea con gli studi e con le osservazioni che eminenti personalità del mondo scientifico ed accademico hanno negli ultimi anni elaborato. Basti ricordare il Dott.Giuseppe Micali ed il Prof. Paolo CASANOVA ordinario di scienze naturali presso l’Università di Firenze,che in sede di audizione presso la XIII Commissione Agricoltura della CAMERA (17-3-2005) hanno confermato che il Tordo Bottaccio (tordus philomelos) ed il Tordo Sassello (tordus iliacus) iniziano la migrazione pronunziale a Marzo di ogni anno. La Commissione U.E ed il Comitato ORNIS. del resto,sin dal 2002,hanno ribadito la possibilità di discutere eventuali aggiornamenti dei contenuti scientifici della BANCA DATI,ove questi si basino su dati scientificamente provati. E’ su questi temi Signor Ministro che si gioca la possibilità per il nostro paese,cosi come avviene in altri Paesi Europei,di veder prolungata l’attività venatoria per alcune specie di uccelli migratori,sino alla terza decade del mese di FEBBRAIO di ogni anno.
Al riguardo dobbiamo precisarLe che la data del 31 gennaio,prevista dall’attuale legge come termine ultimo del prelievo venatorio in Italia,non è prevista a livello Comunitario né costituisce,per gli Stati membri un vincolo o un precetto. La Direttiva 79/409 CEE prevede soltanto che gli uccelli migratori debbono essere protetti unicamente nel periodo della dipendenza e a partire dall’effettivo inizio del viaggio di ritorno.
Tanto per restare nel tema,apprendiamo in questo momento, signor Ministro, da alcune agenzie di stampa,della decisione della Giunta Regionale della Lombardia di soprassedere per il futuro dall’esercizio della caccia in deroga previsto dall’art.9 della direttiva 409/79,a fronte di negativi pronunciamenti della Corte Costituzionale.
Nel merito della decisione del Governatore Formigoni non spetta a noi dare giudizi. Ma la contemporaneità della notizia unita all’occasione dell’invio di questa lettera aperta,ci consente di dire e di confermare che il mancato accoglimento di alcune legittime aspirazioni dei cacciatori italiani,per l’esercizio delle cacce in deroga,deriva anche per questo problema, come più sopra abbiamo ampiamente dimostrato,dalla scarsa efficacia del supporto scientifico ed organizzativo che in questo caso le regioni hanno approntato a sostegno delle proprie deliberazioni,evidentemente non sufficientemente motivate in ordine alle previsioni contenute nella Direttiva CEE n. 409/79.
Delle due l’una,o si procede all’assunzione in sede di riforma della legge 157/92 di una previsione legislativa che dia vita di una calendario unico nazionale per la selvaggia migratoria,supportato da atti scientifici certi,con la contemporanea modificazione della legge n.221/2002,in modo da assegnare al Governo Nazionale il potere esclusivo d’iniziativa,d’intesa con la Conferenza STATO-regioni,o viceversa mantenendo l’inerte stato attuale della legislazione,il discorso delle deroghe per il nostro paese può considerarsi estinto e concluso.
L’Italia ha subito da parte della U.E. in questi ultimi anni due procedure d’infrazione,l’una riferita alle cacce in deroga,e l’altra riguardante i criteri di gestione delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) ed alle Zone di Protezione Speciale (ZPS).
Sotto questo profilo attendiamo le determinazioni che sul tema del decreto n.184 del 17 ottobre 2007 che riguardano le Zone suddette Ella vorrà prendere. Nel merito abbiamo notizie ufficiose che testimoniano l’ottimo lavoro di concertazione con il Suo collega On.le ZAIA e che dovrebbero portare alla modifica del decreto per ciò che concerne le giornate di caccia (non due ma quelle previste dal calendario),l’annullamento delle restrizioni venatorie a specie non ricompresse nell’allegato I e la tutela dei valichi per la migratoria ricompresi nelle aree ZSC e ZPS.
Signor Ministro, ci consenta inoltre la possibilità di rappresentarLe che appare ormai maturo il tempo per procedere alla revisione del quadro normativo previsto dalla legge quadro 394/91 che riguarda i PARCHI e le AREE protette.
La normativa stessa appare non più al passo con i tempi,anche in virtù del mutato ruolo delle aree protette e della maggiore interazione da ricercare tra attività antropiche e realtà naturale.
Signor Ministro,le normative riferite a tali aree hanno avuto nel tempo sempre una logica burocratica e formale,ed hanno per lo più fatto somigliare i provvedimenti attuativi,alla stregua di imposizioni “calate dall’alto”. Del resto la condizione di molti PARCHI o AREE PROTETTE è oggi a dir poco scoraggiante:le popolazioni sono insoddisfatte,gli squilibri ambientali e faunistici gravissimi,i danni alla flora e alle colture all’interno delle aree vincolate sono incalcolabili.
A tal proposito abbiamo accolto con favore il recente avvio in seno alla Commissione Ambiente del SENATO di un’indagine conoscitiva sui PARCHI E LE AREE protette del nostro paese.
Basti pensare che la porzione di terreno complessiva vincolata a livello Nazionale e Regionale copre circa l’8% della superficie totale del territorio italiano pari a circa 2 milioni e mezzo di ettari di territorio.
E’ ormai tempo,inoltre,che in sede di revisione della legge 157/92,si dispongano gli strumenti legislativi idonei affinché le Singole REGIONI rispettino rigorosamente i parametri alle superfici,da destinare all’attività faunistico-venatoria anche attraverso la riperimetrazione dei PARCHI o delle AREE protette esistenti
Appare quanto mai necessaria,infine, la modifica della legge quadro n.394/91 ai fini dell’ingresso dei rappresentanti degli agricoltori e dei cacciatori di far parte degli organismi di gestione dei Parchi Nazionali e Regionali,in modo da consentire a questi soggetti di apportare le loro competenze e le loro esperienze acquisite sul campo.
Ci consenta,in conclusione Signor Ministro,di far rilevare a Lei quanto siano forti i dissidi fra il
mondo venatorio e le Associazioni Ambientaliste. Il discorso sarebbe lungo. Qui ci preme,per brevità,prestare la sola attenzione,ad esempio,al fatto che gli ambientalisti siedono attualmente al cosiddetto tavolo degli “Stakeholders”,per contribuire ad abbozzare,bontà loro,una proposta di riforma delle legge 157/92,e nello stesso tempo,provvedono contemporaneamente,alla presentazione di ricorsi contro i calendari venatori predisposti dalle regioni.
Basta poi scorrere le Agenzie di stampa,per accertare la virulenza degli attacchi quasi quotidiani che vengono rivolti,dalle associazioni ambientaliste alla caccia ed ai cacciatori italiani.
E pensare che nella vicina Francia a metà di questo anno,un tavolo di concertazione tra cacciatori e ambientalisti a consentito al suo collega Jean Luis Borloo di emettere un decreto di apertura della caccia agli acquatici a partire addirittura dal primo giorno della terza decade d’Agosto!
Vorremmo ricordarLe che il cacciatore esercita l’attività per pochi giorni all’anno,ma nei mesi in cui la caccia non viene esercitata è protagonista attivo delle problematiche ambientali e di quelle riferite alla salvaguardia della fauna. Gia in tante realtà del nostro paese il volontariato e l’esperienza dei cacciatori sono utilizzati per prevenire gli incendi boschivi ed altre calamità naturali. Auspichiamo su questo piano provvedimenti organici di carattere legislativo,che possano configurare bene a ragione la figura di ” sentinella ambientale” del cacciatore Italiano.
Siamo anche consapevoli della forte azione di “concertazione” che è in corso fra il Suo Ministero e quello delle Politiche Agricole ,soprattutto sull’iter attuale della riforma della legge 157/92 che sta particolarmente a cuore a tutti coloro che praticano l’Ars Venandi.
Signor Ministro, Le abbiamo formulato un “dossier” per così dire abbastanza “robusto” sulle problematiche venatorie italiane.
Siamo però fiduciosi,sulla base delle Sue recenti favorevoli dichiarazioni espresse nei confronti del mondo venatorio in generale,che Lei non farà mancare tutto il sostegno necessario per una rapida e profonda manutenzione della legge nazionale sulla caccia,e per un aggiornamento e revisione della normativa nazionale sulle aree protette.
La ringraziamo per questo,e nel contempo gradisca i nostri migliori saluti.
ANTONIO PINOTTI