A volte i troppo furbi fanno la fine del topo con il gatto. Nella categoria dei furbissimi si è autoiscritto il ministro Renato Brunetta. Ogni giorno fa sentire la propria voce. Ogni giorno una sparata contro i “fannulloni” e il sindacato che li difende. Il sindacato naturalmente è la Cgil. Insieme a lui anche un altro ministro, Maurizio Sacconi, passa il proprio tempo a lanciare frecce avvelenate contro il più grande sindacato italiano. E' diventato uno sport di marca berlusconiana il tiro al bersaglio contro il segretario generale, Guglielmo Epifani. Anche la Annunziata, giornalista arcigna con alcuni, bonaria con altri, ha provato nella sua mezz'oretta televisiva a far apparire un uomo che rappresenta circa sei milioni di lavoratori, pensionati, precari e disoccupati, come un isolato, anche nel suo partito di riferimento, il Pd, oltre che dalla Cisl e dalla Uil di Bonanni e Angeletti. Così come ha provato a fargli dire che lascerà il sindacato per presentarsi alle elezioni europee. Un modo come un altro per screditarlo di fronte ai lavoratori, proprio mentre l'organizzazione che dirige è impegnata nella preparazione dello sciopero generale di dicembre. Ma Brunetta supera tutti. Addirittura lancia un grido di dolore quando afferma che i fannulloni sono di sinistra. A lui dispiace dirlo perché, strepita, “io sono uno di sinistra, sono socialista”. Per carità di patria lasciamo perdere i socialberlusconiani di marca P2. Però una domanda al Brunetta la vogliamo fare. Come fa a dire che i fannulloni sono di sinistra? Epifani gli ha risposto: “ O porti le prove o sei un bugiardo”. Diamo un seguito alla domanda del segretario della Cgil. O il ministro è un bugiardo e questo nelle file dei berluscones non è un peccato ma un merito, oppure dice la verità. In questo secondo caso avrebbe schedato i lavoratori, preparando le liste di proscrizione come veniva fatto alla Fiat negli anni bui. Allora era la grande azienda di Gianni Agnelli a “punire” i comunisti della Fiom, li relegava al reparto “0”, una specie di confino come per gli esiliati politici durante il fascismo. Scelga il Brunetta ciò che più gli aggrada. In merito al suo socialismo, non possiamo che ricordare che anche Mussolini veniva da quel ceppo.
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lunedì 17 novembre 2008
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Dalla rottura con la CISL, la CGL può solo guadagnarne in dignità e credibilità. Per quanto rigurda Brunetta, gli calza a pennello quello che diceva Gaber dei "compagni socialisti" in "Io se fossi Dio"
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