LA PETIZIONE DA FIRMARE

lunedì 20 ottobre 2008

Rischio idrogeologico per il 73% dei Comuni laziali

Roma - L'indagine "Ecosistema Rischio 2008" realizzata da Legambiente Lazio fornisce un risultato piuttosto allarmante: il 73% dei Comuni laziali è a rischio idrogeologico. Il pericolo concreto, dovuto all'interazione tra la superficie e le acque, è quello di fenomeni naturali come alluvioni, frane, smottamenti, inquinamento delle falde idriche, erosione delle coste che può provocare danni all'ambiente e alle persone. L'attività di monitoraggio svolta da Legambiente ha messo in risalto anche l'opera di mitigazione del rischio idrogeologico svolta dai comuni capoluogo: solo Roma e Frosinone attuano sufficienti misure di previsione e prevenzione in tale direzione, mentre Rieti ha ricevuto una valutazione fortemente negativa.
"La situazione è preoccupante poiché il territorio italiano è ad elevatissimo rischio geologico", afferma il responsabile del movimento Italia dei Diritti per la Regione Lazio, Vittorio Marinelli, il quale sottolinea come in materia esista una legislazione arcaica che risale addirittura ad un Regio Decreto dei primi del Novecento. "Il problema - prosegue Marinelli - è quello della frammentazione delle competenze, ripartite tra Regioni, Province, Comuni e Comunità montane". A fronte di questa quadro generale, l'esponente dell'Italia dei Diritti denuncia anche la condizione di precarizzazione diffusa degli esperti del settore: "Sempre più spesso assistiamo al licenziamento di geologi e tecnici, ultimo caso il licenziamento dei precari dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che insieme ad altri enti ha la competenza di tutela ambientale e di salvaguardia del territorio italiano". In relazione ai risultati forniti dall'indagine di Legambiente Lazio, Marinelli afferma: "Purtroppo non ci stupiamo di questo dato che fotografa una realtà che geologi ed esperti denunciano inascoltati da tanto tempo" e conclude con una amara riflessione: "Come è nel malcostume italiano si aspetterà il prossimo disastro che, sulla scia delle tante sciagure storiche annunciate, dal Vajont alle varie alluvioni del Sarno, potrebbe verificarsi da un momento all'altro".

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