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mercoledì 1 luglio 2009

Brunetta: «Nessun precario licenziato, dal 2010 concorsi». Cgil: passo indietro

il Messaggero - ROMA (1 luglio) - Nessun licenziamento e dal primo gennaio 2010 «concorsi per tutti». Così il ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha indicato il futuro dei circa 15.746 precari della Pubblica amministrazione in possesso dei requisiti per la regolarizzazione.
«Oggi è il primo luglio e nessun precario è stato licenziato. Chi diceva che così sarebbe stato mentiva e sapeva di mentire», ha sottolineato Brunetta, riferendosi in particolare alla Cgil che nei mesi scorsi aveva lanciato l'allarme sul rischio che i precari perdessero da luglio il posto di lavoro a causa di una norma che bloccava i percorsi di stabilizzazione dei rapporti di lavoro. «Oggi secondo tanti uccellacci del malaugurio e produttori di ansia, specificamente appartenenti alla Cgil Funzione pubblica, tutti i precari della P.A. sarebbero stati licenziati», ha detto il ministro. Con questa soluzione «si ripristina la logica dei concorsi», «è il ripristino della regolarità e della legalità», ha detto il ministro.
Per i precari, ha spiegato Brunetta, si profilano procedure concorsuali pubbliche con riserva dei posti vacanti (il 40%) per i tempi determinati: nello specifico, «dal primo gennaio 2010 potrà effettuare concorsi secondo questa modalità «chi maturerà 3 anni (di contratto, ndr.) fino a settembre 2010. È il primo luglio e non abbiamo licenziato nessuno - ha sottolineato Brunetta -. Diamo dei percorsi non di stabilizzazione, né di proroga, che banalizzano il merito, ma diamo prospettive chiare». «Svuotiamo questo piccolo serbatoio», ha detto Brunetta, spiegando che è stato scelto il 40% come quota riservata dei posti vacanti perché, «rispetto a quelli che hanno requisiti e al turn over, è una formula che permette un buon assorbimento».
Dal monitoraggio del ministero emerge che a fronte di circa 15 mila lavoratori con i requisiti, quelli che gli enti intendono stabilizzare sono 13.694. Il problema dei contratti di lavoro flessibile nella P.A., ha spiegato il ministro è stato affrontato nel dl anticrisi appena varato dal Cdm, che presenta soluzioni «di ampio raggio», ma con lo stesso filo conduttore di «ripristinare il concorso pubblico», che è tra l'altro la forma di reclutamento previsto dalla Costituzione. Alle amministrazioni, comunque, ha precisato, viene lasciata la libertà di fare concorsi e di assumere o meno i precari.
Il ministro ha anche lanciato l'idea di un «Concorso day», «centralmente organizzato, con quesiti telematici e correzioni online», che sarà ora proposto alle amministrazioni e agli enti che dovranno indire i concorsi. «Faremo questa offerta agli enti per consentire a questi 15mila una chance», ha detto Brunetta, spiegando che ne parlerà con il presidente dell'Anci Sergio Chiamparino, il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani.
Sicilia. Da questa regolarizzazione dei precari della P.A. sono invece esclusi i 18.521 lavoratori in possesso di requisiti in Sicilia: la regione ha infatti uno Statuto autonomo e dovrà fare un provvedimento ad hoc, ha spiegato il ministro, evidenziando l'«accumulo particolare» dell'isola, dove oltre ai 18 mila precari ci sono anche 50-60 mila unità di ex lavoratori socialmente utili.
«Se Brunetta canta vittoria per un suo passo indietro sui precari è davvero in difficoltà. Fa quasi tenerezza un ministro che si vanta di una sconfitta», ha rilevato il segretario generale della Fp Cgil, Calo Podda. «Dopo un clamoroso quanto salvifico passo indietro sulle stabilizzazioni dei precari, attacca il nostro sindacato che, a suo dire, avrebbe agitato la questione dei licenziamenti di massa dei precari della pubblica amministrazione senza che ce ne fosse motivo. Dimentica il ministro che le nostre denunce erano riferite all'atto senato 1167, mai approvato, che avrebbe causato il licenziamento di almeno 60.000 precari a partire da oggi, e che sono terminate allorquando il Governo, con decreto, è tornato su suoi passi». «Che il ministro ci attacchi vantandosi di un suo passo indietro, è quantomeno comico. Un dato è certo. I precari della pubblica amministrazione tirano un sospiro di sollievo, e per noi è il risultato più importante», ha concluso.

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