LA PETIZIONE DA FIRMARE

venerdì 19 giugno 2009

Roma, occupata la sede dell'Istat

I lavoratori chiedono garanzie per 317 contratti di rilevatori che dovrebbero scadere a luglio

La Stampa.it - Una cinquantina di precari dell’Istat ha occupato da questa mattina, dopo un’assemblea con i sindacati, la sede della presidenza dell’istituto di statistica. La polizia è intervenuta per controllare la situazione: diversi agenti in assetto antisommossa presidiano la sede in via Cesare Balbo. I lavoratori chiedono garanzie per 317 contratti di rilevatori che dovrebbero scadere a luglio. Al momento, spiegano i precari, dal punto di vista dell’ordine pubblico la situazione è tranquilla: tra le parti è stata aperta una trattativa sui contratti. Per solidarietà con i rilevatori protestano anche i ricercatori: per questo domani gli attesi dati sull’occupazione del primo trimestre in Italia usciranno in forma ridotta.
La Flc Cgil, i lavoratori dell’Istat e i rilevatori riuniti in assemblea permanente congiuntamente da questa mattina «denunciano con forza la gravità di quanto sta avvenendo». Dal prossimo primo luglio, sottolineano, «non esisterà più la rete dei 317 rilevatori che da sette anni garantisce le interviste sullo stato dell’occupazione su tutto il territorio nazionale, assicurando elevati standard di qualità». Domani l’Istat, nonostante l’agitazione dei ricercatori e dei tecnici che producono i dati, rilevano, «rilascerà, in forma ridotta, il comunicato sulle forze di lavoro relativo al primo trimestre 2009. I lavoratori dell’Istat in mobilitazione e la Flc Cgil denunciano ancora una volta la loro estrema preoccupazione sul destino dell’indagine che fornisce le stime sull’andamento dell’occupazione e della disoccupazione. Ad oggi i vertici dell’Istat non hanno ancora trovato una soluzione credibile, e il ministero competente, quello della Pubblica Amministrazione, si dichiara indisponibile a spostare oltre il 30 giugno 2009 la validità della proroga concessa per lutilizzo dei contratti di collaborazione per i rilevatori».
A fare le spese di questa situazione che si trascina ormai da sette anni, si legge nella nota, «saranno in primo luogo i 317 rilevatori professionali, che fra 10 giorni vedranno scadere il loro contratto precario per trovarsi disoccupati. Ma anche la statistica ufficiale ne soffrirà considerevolmente: allo stato viene ipotizzato il passaggio ad interviste telefoniche fino a soluzione definitiva. Ciò comporta il rischio di produrre stime distorte ed incoerenti con quelle degli anni precedenti. Questo, a sua volta, si ripercuoterà sulla stima del Pil, per il cui calcolo sono fondamentali i dati delle forze di lavoro».

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