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mercoledì 1 aprile 2009

Crisi, Berlusconi: «Siamo preoccupati, 20 milioni di posti in meno nel 2010»


Il Messaggero - ROMA (31 marzo) - «Le previsioni parlano di 20 milioni di posti di lavoro in meno entro il 2010, c'è una grande preoccupazione». Ad affermarlo il premier Silvio Berlusconi a margine del G8 sul tema del lavoro «che comincia a venire meno a seguito di una crisi che investe tutto il mondo». Ma ribadisce: «Non lasceremo nessuno indietro e porteremo il Paese fuori dalla crisi». Berlusconi ha sottolineato come lo Stato «non può disinteressarsi del bene dei lavoratori». Il premier parla di incentivi per le imprese e social pact da proporre al G20 di Londra. E poi l'attacco all'Ocse: troppe stime, statevi zitti. E alla Ue: per la Commissione Europea parli solo il presidente e il suo portavoce.
Aumentare debito per spesa sociale. «Ci troveremo davanti due anni di difficoltà in cui dovremo rinunciare ad alcuni interventi - dice Berlusconi parlando della possibilità di aumentare i fondi per i sussidi ai lavoratori - Non sono spaventato se ci sarà un aumento del debito pubblico per affrontare una spesa provvisoria che è la prima necessità». Esclusa una nuova manovra per reperire fondi da destinare agli ammortizzatori sociali. «I fondi previsti sono abbondanti rispetto alla spesa - ha spiegato Berlusconi - ieri sera ho visto Tremonti e mi diceva di stare tranquillo perché quanto previsto è sufficiente, anche se non fosse vero, dico che non è possibile privilegiare i bilanci pubblici lasciando le persone nella disperazione».
«Il concetto di non lasciare nessuno da solo applica la dottrina sociale della Chiesa ha detto - Abbiamo tradotto nell'economia la dottrina della Chiesa cattolica».
Per le imprese detassazione per i primi tre anni, propone il premier, perché il governo intende aiutare «chi vuol diventare imprenditore» e lo sviluppo di nuove imprese. Per questo pensa di escludere «da qualsiasi tassazione per i primi tre anni» le nuove iniziative imprenditoriali.
Social pact. Il presidente del Consiglio è pronto a proporre un «social pact» ai governi che parteciperanno al G20, un «patto globale che possa sostituire al pessimismo l'ottimismo, alla sfiducia la fiducia e trasformare la paura in speranza».
All'Ocse: troppe stime, statevi zitti. «Prima non hanno previsto nulla, poi fanno le previsioni un giorno sì e un giorno no. Ma statevi zitti» dice Berlusconi replicando a una domanda che faceva riferimento alle ultime stime dell'Ocse, che oggi danno il rapporto Deficit/Pil per l'Italia al 4,3%.
Alla Ue: «Serve una regola precisa, che per la prossima volta, per la Commissione Europea, possa parlare solo il presidente ed il suo portavoce». Il premier spiega di non condividere quanto avviene in Europa «con i commissari europei che si mettono a fare prediche».
Cesa: fatti e non slogan. «Il presidente del Consiglio deve dire cosa intende fare con le persone che sono in cassa integrazione - ha detto Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc - se ci sono effettivamente a disposizione gli otto miliardi per gli ammortizzatori sociali, se le opere infrastrutturali verranno effettivamente realizzate. Occorre sostenere le Pmi e riavviare il programma di interventi per le opere pubbliche. La situazione è grave, ci aspettiamo fatti concreti e non più slogan».
Finocchiaro: premeir preoccupato? Non bocci proposte Pd. «È sempre sorprendente il Presidente del Consiglio. Tre giorni fa - spiega la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro - in una sede importante come il Congresso del PdL, ha affrontato le questioni che riguardano la crisi economica in maniera superficiale, cercando come sempre di minimizzare e di spargere ottimismo. Oggi, come spesso avviene, si cambia di abito e in una situazione diversa, dove non affrontare la verità sarebbe impossibile, visto il contesto del G8, dichiara che la situazione è gravissima e ammette, di fatto, che le ricette del suo governo per affrontare la crisi sono inadeguate». E osserva come «addirittura oggi si dice disposto a far aumentare il deficit per affrontare l'emergenza». «Perché allora - chiede la Finocchiaro - quando il Pd ha avanzato una serie di proposte che cercavano di rispondere alle urgenze di centinaia di migliaia di lavoratori e di famiglie Berlusconi e il suo governo hanno detto di no?».
Bersani: da Berlusconi solo frasi fatte. «Sono mesi che diciamo che dobbiamo fare una manovra per avere soldi freschi veri. Ora apprendiamo che Berlusconi non è spaventato dal deficit. Si decidano». Lo afferma il responsabile per l'Economia del Pd, Pierluigi Bersani intervistato da “Linea notte” su Rai Tre. «Il rapporto deficit/pil è fatto anche dal Pil. Bisogna -prosegue- fare qualcosa per tenere in piedi l'economia. Sono molto critico sull'azione del governo. Sono 6-7 mesi che continuiamo a sentire parole. Se chiediamo a precari e imprese se hanno visto soldi veri la risposta è che non hanno visto nulla». Bersani sottolinea che «siamo in un ritardo preoccupante» e a Berlusconi che promette che nessuno sarà lasciato solo, replica: «Sono frasi fatte».


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