Si consolida oramai negli ambienti economici e non la consapevolezza che la crisi attuale sia mal interpretata dagli istituti statistici e dagli strumenti di previsione. E' innegabile che le previsioni finora fatte sono state sballate dai risultati effettivi. E' innegabile che la stessa sinistra italiana che prima utilizzava le previsioni come strumento di propaganda politica abbia rinunciato a tale mezzo quanto alla proposta di un sussidio per i precari, giacchè gli italiani hanno scoperto che non riguardava i 2.500.000 precari ma solo i 40.000 precari della P.A., alla faccia dei principi di equità e giustizia.
Tornando alle analisi economiche è evidente che la statistica si base su trend e dati storici e che di fronte ad una crisi che ha impostato e stabilito nuovi comportamenti, mostrano i loro limiti. Da più parti c'è un condiviso punto di vista che le analisi economiche inizialmente hanno sottovalutato la crisi e che adesso la stanno esagerando. A questa considerazione aggiungo una mia riflessione:
- la crisi nasce nel 2007 con l'innalzamento del costo del denaro che ha spinto le banche a ideare nuovi strumenti derivati che proponessero rendimenti aggressivi in considerazione del crescere del costo del denaro;
- la crisi è stata aggravata dalla speculazione operata dai broker statunitensi che ha portato il prezzo del petrolio a livello record. Speculazione determinata dalla struttura dei derivati che includeva accanto ai mutui subprime anche il prezzo delle materie prime e dell'energia;
- la crisi è stata subita dall'economia reale per tutto il biennio 2007/2008 quando l'innalzamento delle rate del mutuo ha messo in difficoltà le famiglie, fermato i consumi e dal lato delle aziende ha reso estremamente negativa la leva finanziaria spingendole a privilegiare la marginalità del capitale investito rispetto a investimenti ed innovazione;
- la crisi è stata sublimata dalle scelte micro e macroeconomiche della Cina che ha prima sconvolto i mercati con prodotti di massa dalla bassa qualità e infimo prezzo e poi ha garantito una massa monetaria artificialmente creata che ha sostenuto il crescente indebitamento USA.
A questo punto il cammino è definito e la crisi è ingovernabile in termini macro e sono pertanto permessi solo interventi di contigency di fronte alle criticità già in atto.
Ecco perchè una manovra economica anticiclica non ha senso ed ecco perchè a sinistra da Bersani a Epifani si fa un grande errore ritenendo di poter utilizzare la spesa pubblica per contrastare il calo della domanda interna, manovra che sarebbe stato giusto far partire nel 2006/2007 quando le condizioni economiche permettevano interventi strutturali in termini fiscali, previdenziali e di mercato del lavoro. Purtroppo la tipica miopia della sinistra italiana l'ha privata della possibilità concreta di far star meglio questo paese...
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