La crisi economica avanza e i sindacati si trasformano in centri di assistenza legale
SUI TAVOLI dei delegati sindacati, man mano che la crisi fa sentire i suoi effetti nel Lodigiano, si accumulano migliaia di richieste di assistenza legale ...
SUI TAVOLI dei delegati sindacati, man mano che la crisi fa sentire i suoi effetti nel Lodigiano, si accumulano migliaia di richieste di assistenza legale presentate dai lavoratori. «In tempi buoni, difficile che un operaio stia a controllare se manca l’euro in busta paga - spiega il segretario provinciale della Uil, Massimiliano Castellone -. Diverso il discorso in tempi di crisi: da alcuni mesi in qua i lavoratori hanno paura, e chi è in cassa integrazione o mobilità controlla riga per riga le voci del contratto. Se trova qualcosa che non gli è chiaro, si rivolge ai sindacati», aggiunge. Fuori dalla sede della Uil, in corso Mazzini a Lodi, le code di operai cominciano di prima mattina. «A volte sono costretto a trasferirmi in un altro locale, per la confusione che c’è», dice con rammarico Castellone. Una folla silente di manovali e operai - spesso stranieri - ogni mattina si piazza davanti alla porta degli uffici.
DISCORSO SIMILE per Domenico Campagnoli, leader della Cgil. «Anche da noi c’è stato un sensibile aumento delle richieste di assistenza legale. Soprattutto per i lavoratori precari e atipici». Che, spesso, sono i primi a pagare il prezzo salato della crisi economica che incombe.
Ciro Ciriello, responsabile dell’Ufficio legale per la Cisl lodigiana, conferma la tendenza: «Molte mobilità, tante aziende in crisi. Normale che aumentino le vertenze. Faccio un esempio: tante ditte prima hanno fatto un contratto a termine o atipico al lavoratore, magari di sei mesi, poi hanno cominciato un contratto di apprendistato da 30 mesi. Lì per me diventa obbligatoria l’assunzione a tempo indeterminato. L’anno scorso ho fatto assumere 10 persone così». Neppure il settore del commercio è esente dal boom di vertenze. «Nel complesso ho verificato un aumento dell’80% nelle richieste di assistenza legale».
E NON SI FERMA il ricorso alle casse integrazione. «La settimana scorsa abbiamo avuto una infornata spaventosa», chiosa la Uil. La Baerlocher di Lodi ha chiesto per 90 dipendenti la cassa integrazione, a rotazione a zero ore e per 5 settimane. Giovedì mattina è fissato l’incontro con i sindacati.
SUI TAVOLI dei delegati sindacati, man mano che la crisi fa sentire i suoi effetti nel Lodigiano, si accumulano migliaia di richieste di assistenza legale presentate dai lavoratori. «In tempi buoni, difficile che un operaio stia a controllare se manca l’euro in busta paga - spiega il segretario provinciale della Uil, Massimiliano Castellone -. Diverso il discorso in tempi di crisi: da alcuni mesi in qua i lavoratori hanno paura, e chi è in cassa integrazione o mobilità controlla riga per riga le voci del contratto. Se trova qualcosa che non gli è chiaro, si rivolge ai sindacati», aggiunge. Fuori dalla sede della Uil, in corso Mazzini a Lodi, le code di operai cominciano di prima mattina. «A volte sono costretto a trasferirmi in un altro locale, per la confusione che c’è», dice con rammarico Castellone. Una folla silente di manovali e operai - spesso stranieri - ogni mattina si piazza davanti alla porta degli uffici.
DISCORSO SIMILE per Domenico Campagnoli, leader della Cgil. «Anche da noi c’è stato un sensibile aumento delle richieste di assistenza legale. Soprattutto per i lavoratori precari e atipici». Che, spesso, sono i primi a pagare il prezzo salato della crisi economica che incombe.
Ciro Ciriello, responsabile dell’Ufficio legale per la Cisl lodigiana, conferma la tendenza: «Molte mobilità, tante aziende in crisi. Normale che aumentino le vertenze. Faccio un esempio: tante ditte prima hanno fatto un contratto a termine o atipico al lavoratore, magari di sei mesi, poi hanno cominciato un contratto di apprendistato da 30 mesi. Lì per me diventa obbligatoria l’assunzione a tempo indeterminato. L’anno scorso ho fatto assumere 10 persone così». Neppure il settore del commercio è esente dal boom di vertenze. «Nel complesso ho verificato un aumento dell’80% nelle richieste di assistenza legale».
E NON SI FERMA il ricorso alle casse integrazione. «La settimana scorsa abbiamo avuto una infornata spaventosa», chiosa la Uil. La Baerlocher di Lodi ha chiesto per 90 dipendenti la cassa integrazione, a rotazione a zero ore e per 5 settimane. Giovedì mattina è fissato l’incontro con i sindacati.
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