In Liguria sono il 10% in meno che nella media italiana. La Regione: "Cura da cavallo per l´economia"
In Liguria ogni tre contratti di lavoro nuovi che vengono stipulati, solo uno è a tempo indeterminato, gli altri due ricadono nella marea dei contratti atipici, un universo molto variegato che parte dai contratti a tempo determinato, i più garantiti, passa per i cococo e i cocopro per arrivare alle associazioni in partecipazione, dove il lavoratore figura socio, ma gli altri ci mettono i capitali e lui ci mette il lavoro, con la variabile che se a fine mese non ci sono utili, rischia di non prendere un euro, anche se ha lavorato tutto il mese come un qualsiasi dipendente.
È su questo universo della flessibilità che è in arrivo una tempesta di proporzioni colossali, la Cgil ha appena denunciato che la metà dei precari oggi attivi in Liguria, 30.000 su 60.000, rischiano di restare senza lavoro entro l´anno prossimo. Intanto il contratto a tempo indeterminato è diventato quasi un miraggio, i numeri parlano chiaro, secondo i dati Istat a fine 2007 la percentuale di avviamenti a tempo indeterminato in Liguria era pari al 35,6%, rispetto ad una media nazionale del 45,4%, praticamente un terzo in meno.
Tutti gli altri avviamenti sono stati per contratti atipici, quelli più incerti. I dati complessivi del 2008 non sono ancora disponibili, ma il trend non lascia presagire nulla di buono, nel secondo trimestre del 2008, secondo i dati dell´Osservatorio sul mercato del lavoro, c´è stata infatti una crescita occupazionale sostenuta, 8000 unità, soprattutto nell´area dei servizi, che è quella dove il lavoro flessibile è più diffuso. In compenso è aumentato anche il tasso di disoccupazione, che è passato dal 3,4% del secondo trimestre del 2007 al 5,1% del secondo trimestre del 2008.
Indicativi sono anche i numeri che emergono dalle tabelle dell´Oml elaborate dall´Agenzia Liguria Lavoro sulle persone in cerca di occupazione, quelle con precedenti esperienze lavorative sono passate da 17.000 del secondo trimestre 2007 a 24.000 del secondo trimestre del 2008 e quelle senza precedenti esperienze lavorative sono passate da 6.000 a 11.000.
Tra i maschi gli incrementi più consistenti riguardano quelli in cerca del primo impiego, tra le femmine le donne espulse dal mondo del lavoro. Le informazioni evidenziano, secondo l´analisi dei quaderni Oml, «un rallentamento della crescita aggravato da una crescente difficoltà nella ricerca di lavoro che riguarda soprattutto soggetti particolarmente deboli sul mercato del lavoro, quali le donne uscite da percorsi lavorativi e giovani ancora ai margini perché senza esperienza». Sono questi che finiscono anche più spesso nel meccanismo dei contratti precari e che oggi sono i più a rischio.
In Liguria ogni tre contratti di lavoro nuovi che vengono stipulati, solo uno è a tempo indeterminato, gli altri due ricadono nella marea dei contratti atipici, un universo molto variegato che parte dai contratti a tempo determinato, i più garantiti, passa per i cococo e i cocopro per arrivare alle associazioni in partecipazione, dove il lavoratore figura socio, ma gli altri ci mettono i capitali e lui ci mette il lavoro, con la variabile che se a fine mese non ci sono utili, rischia di non prendere un euro, anche se ha lavorato tutto il mese come un qualsiasi dipendente.
È su questo universo della flessibilità che è in arrivo una tempesta di proporzioni colossali, la Cgil ha appena denunciato che la metà dei precari oggi attivi in Liguria, 30.000 su 60.000, rischiano di restare senza lavoro entro l´anno prossimo. Intanto il contratto a tempo indeterminato è diventato quasi un miraggio, i numeri parlano chiaro, secondo i dati Istat a fine 2007 la percentuale di avviamenti a tempo indeterminato in Liguria era pari al 35,6%, rispetto ad una media nazionale del 45,4%, praticamente un terzo in meno.
Tutti gli altri avviamenti sono stati per contratti atipici, quelli più incerti. I dati complessivi del 2008 non sono ancora disponibili, ma il trend non lascia presagire nulla di buono, nel secondo trimestre del 2008, secondo i dati dell´Osservatorio sul mercato del lavoro, c´è stata infatti una crescita occupazionale sostenuta, 8000 unità, soprattutto nell´area dei servizi, che è quella dove il lavoro flessibile è più diffuso. In compenso è aumentato anche il tasso di disoccupazione, che è passato dal 3,4% del secondo trimestre del 2007 al 5,1% del secondo trimestre del 2008.
Indicativi sono anche i numeri che emergono dalle tabelle dell´Oml elaborate dall´Agenzia Liguria Lavoro sulle persone in cerca di occupazione, quelle con precedenti esperienze lavorative sono passate da 17.000 del secondo trimestre 2007 a 24.000 del secondo trimestre del 2008 e quelle senza precedenti esperienze lavorative sono passate da 6.000 a 11.000.
Tra i maschi gli incrementi più consistenti riguardano quelli in cerca del primo impiego, tra le femmine le donne espulse dal mondo del lavoro. Le informazioni evidenziano, secondo l´analisi dei quaderni Oml, «un rallentamento della crescita aggravato da una crescente difficoltà nella ricerca di lavoro che riguarda soprattutto soggetti particolarmente deboli sul mercato del lavoro, quali le donne uscite da percorsi lavorativi e giovani ancora ai margini perché senza esperienza». Sono questi che finiscono anche più spesso nel meccanismo dei contratti precari e che oggi sono i più a rischio.
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