LA PETIZIONE DA FIRMARE

lunedì 3 novembre 2008

IL paradosso del precario che vinse il vulcano

Su Economy di questa settimana compare la storia paradossale di Sergio Vinciguerra, un «precario» che ha fatto la scoperta del secolo sui vulcani. Vinciguerra, un giovane ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma (Ingv), cercava indicatori certi del ritorno di un’attività vulcanica a medio termine. Simulando in laboratorio il comportamento del magma sottostante il vulcano su un campione di basalto dell’Etna, Vinciguerra ha individuato un «tremore a bassa frequenzaı» scatenato dalla decompressione dei fluidi intrappolati nelle microfratture: è l’anticipatore degli eventi sismici. La ricerca, che ha ottenuto interesse a livello internazionale, è stata pubblicata sul numero di ottobre della rivista Science e potrebbe essere determinante per approntare tempestive misure di salvaguardia dei luoghi e delle popolazioni dagli eventi vulcanici.
Secondo il presidente dell’Ingv, Enzo Boschi, è un lavoro fondamentale: «Finalmente» dice «possiamo cominciare a interpretare il tremore vulcanico: abbiamo trovato una chiave logica». Ma Vinciguerra è anche un precario dell’Ingv, sia pure «di lusso». Un ricercatore abituato al lavorare in silenzio, che ora diventa un «caso» tra i tanti precari degli enti di ricerca in scadenza di contratto. «Pensare che fino a qualche tempo fa volevo andare via all’estero» si schermisce. «Presto raggiungerò cinque anni di attività nell’istituto e, sulla base dell’emendamento del collegato alla Legge finanziaria sui precari, sarò licenziato nel luglio 2009».

IDEE PER LA RIFORMA. Secondo Vinciguerra, per riformare la ricerca in Italia bisognerebbe «dare direttive chiare e responsabilizzare i direttori, che devono scegliere il loro gruppo di ricerca ed essere giudicati in base ai risultati». In che modo? «Una volta che il ricercatore ha dimostrato il proprio valore, bisogna garantirgli di potersi affermare a 30-45 anni, i migliori della sua produzione».
Va detto che Vinciguerra ha anche la fortuna di operare all’Ingv, che ha un vertice giovane e che punta sulla competitività: è anche questo che gli ha permesso di eccellere. Del resto, conclude Vinciguerra, «parliamoci chiaro, la ricerca non è per tutti!». Ma queste non erano le idee di Renato Brunetta, ministro della Funzione pubblica? Vinciguerra annuisce. Ma teme che, al di là della buona volontà del ministro, la manovra del governo «punti solo a licenziare i precari, l’unica parte sicuramente produttiva della ricerca, perché giudicabile dai fatti».
Storie come quella di Vinciguerra si stanno ripetendo e sembrano cominciare a sortire qualche effetto. Dopo un incontro con Brunetta, Boschi si dice ottimista: «Ci stiamo adoperando con il ministro per tenere i nostri precari negli enti, nel rispetto legge vigenti».
La soluzione sembra a portata di mano: un monitoraggio caso per caso, con gli enti di ricerca per determinare chi avrà diritto alla stabilizzazione.

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