LA PETIZIONE DA FIRMARE

sabato 1 novembre 2008

Brunetta e la democrazia ingombrante

Si fa grottesco il “confronto” tra governo e parti sociali, e non solo in Alitalia: la Cgil ha polemizzato con Cisl e Uil sul Protocollo della discordia. Le ha replicato il ministro-vendicatore. Un’abitudine pericolosissima pervade i ministri di questo governo: ogni volta che si rivolgono ai sindacati, cercano di imporre il “prendere o lasciare” ritenendo inutile scendere sul terreno del confronto. Lo fanno da mesi sul drammatico caso Alitalia, come spiegato altrove su questo giornale, e ora provano a ripetere lo schema sul terreno altrettanto scivoloso del pubblico impiego. In questo senso la giornata è stata illuminante, con una chicca francamente imprevista: nel corso di un botta e risposta tra Cisl e Uil da una parte, e la Cgil dall’altra, è piombato nella contesa direttamente il governo, prendendo le parti dei sindacati più docili. La polemica è cominciata con un comunicato ufficiale della Funzione pubblica Cgil, in risposta agli attacchi di Cisl e Uil delle ore precedenti (in seguito alla rottura sul Protocollo del rinnovo del contratto di categoria). “Trovo ridicole e pretestuose le affermazioni – ha scritto Carlo Podda, segretario generale Fp-Cgil – che in queste ore i Segretari Generali della Cisl Bonanni e della Uil Angeletti, vanno facendo sull’accordo che hanno sottoscritto a Palazzo Chigi. Delle due l’una: o sono in cattiva fede o non sanno di cosa parlano e francamente non so quale delle due ipotesi sia la più allarmante per i lavoratori”. “Le cose certe di quella intesa – ha aggiunto Podda – sono: un aumento di 60 euro lordi, quando nei due bienni contrattuali precedenti con un inflazione che era la metà di quella odierna, abbiamo ottenuto aumenti rispettivamente di 103 e 101 euro; i lavoratori degli Enti Locali e della Sanità, che sono oltre due terzi del cosiddetto pubblico impiego, non avranno alcuna restituzione dei tagli previsti a gennaio, che comporteranno un prelievo ad esempio per un vigile urbano di 80 euro, e per un infermiere che faccia almeno un turno notturno, nell’accordo del mese di 120 euro, prova ne sia che la Uil della categoria degli Enti locali e della Sanità ha ribadito ancora ieri sera la partecipazione agli scioperi regionali programmati; ai lavoratori dello Stato, l’accordo promette in due tranches in giugno e dicembre del 2009, del 30% di quanto prelevato dalle buste paga di gennaio”. Peraltro, ha continuato il segretario Fp Cgil, “basta leggere l’accordo per rendersi conto che vi è il fondato rischio che questo 30% venga restituito a soggetti diversi da quelli ai quali viene effettivamente prelevato. Per il restante 70%, si rimane affidati ad un generico impegno, mentre per ciò che riguarda l’ulteriore taglio strutturale del 20%, previsto dal 1 gennaio 2010 il Protocollo semplicemente tace; 57.000 lavoratori precari, che saranno licenziati dal 1° luglio, evidentemente costituiscono il ‘moltissimo’ che Bonanni ritiene di avere ottenuto da quell’accordo”. “Sembra a noi infine evidente – si concludeva la nota – e dovrebbe essere ancora più evidente a proposito di comportamenti incomprensibili ai Segretari Confederali, che questa intesa costituirà inevitabilmente un precedente negativo, per tutti gli aumenti, che dovranno essere negoziati anche nel settore privato”. Fin qui la dura dialettica sindacale. Senonchè, a metà pomeriggio, la replica non è giunta dai diretti interessati, bensì da Renato Brunetta: ”E’ legittimo non firmare un accordo – ha replicato il ministro - non è però legittimo disinformare rispetto ai contenuti dell’accordo stesso”. “Le dichiarazioni della Cgil – ha proseguito - mi costringono a precisare i contenuti del protocollo sottoscritto ieri: l’aumento previsto non è di 60 euro lordi, bensì di 70 euro lordi, e si riferisce solo al comparto Ministeri, in altri comparti è più alto”. Inoltre, “i tagli che vengono recuperati con gli impegni del protocollo non si riferiscono ai comparti delle Regioni ed enti locali” e “sarà la contrattazione integrativa che stabilirà (come del resto è sempre avvenuto) a chi dovranno andare le risorse recuperate per i tagli ai fondi unici di amministrazione”. Quanto al Protocollo contestato “non dice nulla per ciò chi riguarda il taglio strutturale dal 10 gennaio 2010, in quanto detta data ricade su un periodo contrattuale non di competenza dell’attuale rinnovo”. Infine, “anche per i precari vale il discorso di non competenza del contratto e, comunque, la data del primo luglio 2009 non rappresenta in alcun modo una data in cui vengono licenziati 57mila lavoratori precari”. Allibita e indignata nello stesso tempo la replica di Podda, diffusa dalle agenzie in serata: “E’ strana e preoccupante – ha affermato - la circostanza verificatasi oggi e cioè che ad un comunicato stampa della Fp-Cgil, in risposta ad affermazioni fatte da altre organizzazioni sindacali relative alla firma del protocollo d’intesa sul contratto degli statali, a rispondere, sia stato un esponente del Governo”. “Questo fa riflettere molto – ha continuato - su quella che sembra essere una evidente commistione tra le parti, sull’effettivo ruolo della rappresentanza sociale. A volerne trarre tutte le conclusioni, ne deriverebbero - afferma Podda - dubbi allarmanti sul disorientamento che si determina in un momento nel quale l’autonomia del sindacato dal Governo, dai partiti e dalle imprese, rimane, a nostro giudizio, un elemento essenziale per risolvere i gravi problemi del Paese”. Il sindacato, dunque, ha lanciato l’allarme, in Alitalia (per certi versi) e negli enti pubblici (per altri). E’ curioso (per usare un eufemismo) che l’opposizione non si stia interrogando su quello che appare come un pericoloso slittamento della nostra traballante democrazia.

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