LA PETIZIONE DA FIRMARE

martedì 16 giugno 2009

NON SPARATE ALLA RICERCA



Tra giugno e dicembre il governo licenzia 430 precari della ricerca ambientale
I lavoratori Ispra presentano un clip sulla morte dei controlli sull’ambiente

Giovedì 18 giugno, dalle 19.30
Caffè Fandango, Piazza di Pietra 32/33

I precari dell’Ispra (Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale), vogliono fermare il licenziamento di 430 loro colleghi previsto tra giugno e dicembre, già annunciato dalla struttura commissariale che gestisce l’Istituto: per sensibilizzare l’opinione pubblica, presentano quindi un clip autoprodotto, dal titolo “Non sparate alla ricerca”, per spiegare cosa accadrà con la “morte” della ricerca e dei controlli ambientali.
Alla proiezione, prevista per le 19.30 del 18 giugno al Caffè Fandango di Roma, farà seguito una tavola rotonda sulla situazione e le prospettive della ricerca ambientale in Italia dal titolo “La ricerca di Pulcinella”, cui parteciperanno personalità del mondo scientifico e politico, ricercatori ed ambientalisti. Nell’occasione, sarà anche presentata una lettera aperta che i precari Ispra hanno scritto al Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, responsabile del dicastero vigilante sull’Istituto e sui suoi lavoratori. Verrà dato il via anche ad una raccolta di firme cui tutti i cittadini potranno aderire, visto che avverrà sul web, attraverso il sito internet www.nonsparateallaricerca.it
Fino all'anno scorso, esistevano due Enti pubblici di Ricerca: l’Icram, unico Ente pubblico ad occuparsi di mare, in un Paese con 8mila Km di coste, e l’Infs, l’Istituto nazionale Fauna selvatica. Esisteva poi un’Agenzia governativa per l’Ambiente, l’Apat, che si occupava di Protezione Ambientale: ognuno dei tre soggetti aveva un’identità forte e competenze tecnico‐scientifiche di grande livello, ma fondamentalmente diverse tra loro. Ad Agosto 2008, il Governo li ha fusi in un’unica entità, creando l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (Ispra).
Da quel momento, tutte le procedure economico‐amministrative che erano state ritagliate su misura per le varie attività dei tre ex enti sono state sostituite con procedure arcaiche e farraginose, assolutamente non idonee allo svolgimento delle attività di ricerca.
Ora, sono 200 le persone che il 30 giugno vedranno i loro contratti non rinnovati, e da qui alla fine dell’anno si arriverà al licenziamento di 430 unità pari a più di 1/3 del personale ISPRA.
I precari chiedono chiarezza e garanzie sul proprio futuro, come su quello della tutela dell’ambiente in Italia.

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