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giovedì 26 marzo 2009

Il complesso ‘caso’ del ministro Brunetta


Ieri il ministro ‘castiga fannulloni’, Renato Brunetta, è stato ospite di un forum del quotidiano l’Unità. L’uomo appare molto compreso nel suo ruolo, forse troppo. Parlando di sè Brunetta si è definito ” “Mr. Brooklyn, gusto lungo” e poi “un riformista determinato di lunga lena”. Ed ancora “un vero socialista”, “più bravo di Tremonti” e senza macchia e paura “non porto a cena i sindacalisti”. Il ’socialista’ vero e puro ha una formidabile idea, “quella di vendere le ex case Iacp” e creare altri “ due milioni di nuovi proprietari”. Il ‘castiga fannulloni’ crede nella “lotta al comunismo” e non vede di buon occhio la Cgil di Epifani, diventata “sindacato che ormai è un partito”. Da repubblicano convinto “non festeggerà il 25 aprile”, perchè è una ricorrenza “egemonizzata”. Il pragmatismo efficientista del ministro, in verità, appare come un vacchio armamentario ideologico, nel quale il dogma della forza delle proprie capacità di interpretazione e direzione politica superano la ‘diualettica’, per diventare un discorso solitario, autocelebrativo e autoritario. Brunetta pensa che le scelte di titpo amministrativo ed urbanistico degli ultimi anni siano state una “architettura di stampo comunista” e per questo appoggia il ‘Piano casa’ di Berlusconi. “Io parto da un dato di fatto: la cultura delle regole ha prodotto l’abusivismo - ha detto il ministro - questo Paese è un Paese cattolico e ipocrita. Che si rifà a vincoli e piani regolatori per poi disattenderli. Si chiama azzardo morale. Si sottoscrivono patti sapendo di volerli rispettare”. Meglio allora il “fai da te”. Naturalmente i rapporti ’stretti’ tra amministrazioni pubbliche, partiti politici e grandi costruttori non rietrano nelle interpretazioni di Brunetta, così come le responsabilità di chi, grazie ad un mandato ricevuto dagli elettori, ha commesso anche reati, consentendo la devastazione dell’ambiente italiano. E basta spostarsi olteconfine, in Francia, per vedere che anche nelle aree peggio urbanizzate esistono dei criteri che nel nostro Paese non sono stati dissattesi dal ‘cattolicesimo ipocrita’, ma dalla corruzione. La foga ‘modernizzatrice’ ha permesso al ministro di elaborare un suo personale piano edilizio, facile da sintetizzare: vendere il milione di case ex Iacp. Ma non solo, perchè poi ci sono gli edifici di proprietà comunale, per cui si potrebbe arrivare anche a duee milioni di appartamenti. E voilà “avremmo così due milioni di nuovi piccoli proprietari”. E si tratterebbe di un vero affare, perchè òa vendita sarebbe a un prezzo capitalizzato d’affitto, intorno ai 30mila euro ad alloggio, secondo un calcolo del Sole 24 Ore. Una cuccagna, “se la comprano subito tutti” ha detto il ministro, anche “i fricchettoni” che “se la comprano e poi se la possono anche fumare”. Lo stato incasserebbe 20 miliardi e nessuna preoccupazione per gli attuali inquilini, che sono in gran numero anziani, perchè anche “questi hanno i figli”. Si deve solo tener conto che quel patrimonio immobiliare fu costruito moltissimi anni fa in aree periferiche, mentre oggi qurgli stessi quartieri sono diventati semicentrali. Per cui è facile comprendere come una vendita massiccia produrrebbe un fenomeno speculativo di dimensioni imprevedibili. Brunetta già pensa ad una sua autobiografia ed ha sostenuto durate il Forum: “Ho il 70-80 per cento del consenso rispetto alle cose che faccio”. “Per strada mi fermano gli insegnanti e mi ringraziano”. Lo criticano solo gli “insegnanti comunisti”. Molto chiare le idee di Brunetta sui precari del sistema pubblico, ma ancora ‘riservate’. Tuttavia non è lontano il tempo in cui si sapà. L’11 maggio, al precisto Forum della pubblica amministrazione, il ministro racconterà cosa ha scoperto grazie alle sue ricerche. Potrebbe addirittura avere un quadro preciso sul loro numero, collocazione, funzione. A spanne potrebbero essere circa 40mila, ma 10-12 mila saranno assunti. Quindi Brunetta ha annunciato “sorprese” per Raffaele Lombardo, presidente dell’Mpa: “La metà dei precari italiani è in Sicilia…”. E gli studenti dell’Onda? Quelli che aveva definito “guerriglieri”? Qualcuno aveva sostenuto che avrebbe dovuto chiesere scusa, ma lui “neanche morto”. Infine una nota sulla cultura politica di Brunetta. Pare abbia un tempo anche lui manifestato, “ma solo contro i brigatisti”. Sarebbe anche nella Cgil, “mi ha iscritto una ragazza di Padova, una terrorista, che non so che fine abbia fatto”. Informazione, naturalmente, tutta da verificare, perchè non si ha notizia di dirigenti di quel sindacato che fossero terroristi. Il ministro ha detto: “Da buon socialista sono anti comunista e quindi anche contro la Cgil”. Quando gli hanno ricordato che Guglielmo Epifani è socialista lui ha precisato: “Era socialista. I veri socialisti ora sono con Berlusconi”. La confusione di Brunetta nei confronti della storia politica del Paese è grande, così come appare difficile pensare che un socialista possa essere contemporaneamente ‘liberista’, ma questa stagione italiana permette a chiunque di sostenere qualunque cosa. E il Cavaliere? “Che piaccia o no è un vero leader”, ha anche salvato l’Italia “dalla gioiosa macchina da guerra di Achille Occhetto” e “salvato la democrazia in Italia”. Berlusconi è “un leader di rango” che non ha mai detto di essere antifascista. Il ministro lo è, ma il premier fa bene a non festeggiare il 25 aprile. “E fa bene. E’ un festa egemonizzata” dai comunisti. C’è solo da pensare come avrebbero commentato Andrea Costa, Turati, Treves, Bissolati. E poi Matteotti, Morandi, Nenni, Pertini o De Martino. Per non citarli tutti. Certo, il ministro Brunetta era craxiano, ma questa è un’altra storia.

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