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lunedì 23 febbraio 2009

Italia, il peggio deve arrivare 2,4 milioni di precari in bilico


dall' UNITA del 23/02

Avviso - Le parole di Draghi confermano un allarmante scenario di emergenza sociale
Le aree - La recessione elimina per primi i contratti a tempo determinato, l’industria licenzia

In Italia ci sono circa 3 milioni di contratti a tempo che arriveranno a scadenza nel 2009, circa quattro quinti non sarnno rinnovati. Quindi svanisconio duemilioni 400mila posto di lavoro.

Il peggio deve ancora arrivare, ha detto il governatore Draghi. Abbiamo fatto il possibile, ha risposto Tremonti. Il primo reclama iniziative, il secondo allarga le braccia, ma entrambi sanno che una bufera sta per abbattersi sul mondo del lavoro. Difficile quantificarne la portata, come difficile è stabilire i danni provocati finora.Dache parte cominciare? Ci sono i lavoratori in cassa integrazione da mesi (oltre 500mila a fine 2008), ci sono i precari sacrificati ai primi segnali di difficoltà (almeno 400mila secondo stime prudenziali hanno già perso il lavoro), ci sono imprese individuali e partite Iva che lottano per non chiudere, e ci sono giovani tanto sfortunati da affacciarsi proprio ora sul mercato del lavoro.

EMERGENZA
Per tentareun bilancio dell’emergenza occupazionale, si potrebbe cominciare proprio da loro: ignorati dalla statistica e dalla politica, esclusi da qualsiasi intervento di sostegno, non si vedono riconosciuto nemmeno il diritto al lamento. Eppure la recessione sta presentando a loro il conto più salato: solo nella provincia di Torino, e solo in ottobre, sono venute a mancare 20mila assunzioni rispetto a settembre. L’enormità di un dato parziale lascia intuire le dimensioni diunproblema che penalizza un’intera generazione di nuovi lavoratori: «La riduzione del flusso di assunzioni nel settore privato non potrà essere compensata in alcun modo. Purtroppo la crisi è trasversale. Se nessun settore si salva, non c’è modo di frenare questa perdita» spiega Claudio Treves, responsabile del Dipartimentomercato del lavoro della Cgil. Al salasso occupazionale andranno aggiunti pure questi giovani lasciati in attesa di tempi dimigliori. E le stime azzardate dall’Unione europea non possono che definirsi ottimistiche: nel 2009 il tasso di disoccupazione dovrebbe passare dal 6,7% all’ 8,2% per un totale di due milioni e 200mila unità, 500mila in più rispetto al già catastrofico 2008. Ad oggi la situazione deve essere analizzata per via empirica dalle parti sociali e dagli organi d’informazione: i dati aggiornati in tempo reale esistono, ma il governo ha pensato bene di renderli indisponibili, secretando le comunicazioni obbligatorie che le imprese devono mandare al ministero del Lavoro di ogni cambiamento nei livelli occupazionali. Una base condivisa di numeri reali, infatti, manderebbe all’aria la strategia comunicativa di Berlusconi e Sacconi: minimizzare, rassicurare gli elettori, additare il pessimismo della stampa.

LA «CASSA»
L’evidenza dei fatti, però,nonpuò essere nascosta. È il caso dell’aumento della cassa integrazione registrato dalla Cgil nel 2008, conun incremento del130% solo in dicembre. La platea di lavoratori coinvolti nei settori industriali e del commercio è di oltre 430mila, a cui vanno aggiunti quelli del settore edile e quelli che usufruiscono della cassa in deroga, altri 100mila. Il che significa più dimezzo milione di persone che rischiano il posto. Più dimezzo milione di famiglie che
vivono con salari ridotti e che, con il perdurare della crisi, trascinano il paese verso un generale impoverimento. Il capitolo dei precari non si rivela meno doloroso. Alla fine del 2008 avevano perso il lavoro oltre 400mila persone con contratti di lavoro atipici. Una stima prudenziale che considera una riduzione del 25% nei contratti commerciali tra le imprese e le agenzie di lavoro interinale, nei contratti di apprendistato e nei rinnovi del contratti a termine, oltre a un calo del15%delle varie forme di collaborazione. Eper il 2009? Resteranno a casa i precari del settore pubblico, colpiti tra luglio e settembre dai provvedimenti dei ministri Brunetta e Gelmini: 100mila dipendenti delle pubbliche amministrazioni e 30mila insegnanti e addetti della scuola.Ma il rischio, secondo Bankitalia, incombe su quattro quinti dei lavoratori precari: due milioni e 400mila persone. «In questarecessione senza precedenti, il governo nonha saputo prendere alcuna iniziativa adeguata»

1 commento:

  1. E dopo la creazione di un milione di posti di lavoro...ora eccone la sparizione di 2,4 milioni! Poi dicono che non è un "dio"....

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