LA PETIZIONE DA FIRMARE

martedì 20 gennaio 2009

Precari, il mutuo c'è solo se garantisce papà Niente soldi per la casa ai lavoratori «atipici» I contratti pubblicizzati? Specchietti per allodole


Ho 26 anni, un contratto di lavoro a tempo determinato, guadagno 1.200 euro al mese e ho bisogno di un mutuo da 150 mila euro per acquistare la mia prima casa che ne vale 200 mila. Ma devo mettermi l'anima in pace.



di Eleonora Sannibale - Nessuna banca esaudirà il mio desiderio. A meno che mio padre non garantisca per me. Eppure internet è pieno di annunci pubblicitari che sembrano fare proprio al caso mio. Lo spot del Monte dei Paschi di Siena recita: «Mutuo On Off, il mutuo dedicato ai lavoratori a tempo determinato e a progetto». Quello di Intesa Sanpaolo: «Per giovani dai 18 ai 35 anni, lavoratori anche con contratto atipico». Mutuo Banco Posta: «È conveniente, semplice e con condizioni trasparenti. È accessibile a tutte le tipologie di lavoratori: a tempo indeterminato, determinato e autonomi». Tutto vero, peccato che si siano dimenticati di aggiungere questo dettaglio: «senza un garante il mutuo te lo puoi scordare». Questi annunci pubblicitari, insomma, non sono altro che specchietti per le allodole. E io, allodola, sono corsa fiduciosa in banca convinta che ogni soluzione ai miei problemi fosse dietro quella porta blindata.
Prima tappa: Monte dei Paschi di Siena. Mi riceve una signorina sui trent'anni. Le mostro l'annuncio trovato su internet e le spiego la mia situazione. Ma non appena sente «contratto a tempo determinato», fa: «Le dico subito che è molto difficile senza un garante ricevere un mutuo». Ma questo, nell'annuncio, non era menzionato. Inserisce comunque i miei dati in un prospetto informativo europeo standardizzato, sulla base di tre tipi diversi di mutuo: fondiario "prima casa" (tasso fisso iniziale 2 anni) tasso variabile modularmente, mutuo prima casa giovani coppie e famiglie sia a tasso fisso che a tasso variabile. Da un prospetto tipo esce fuori che con il mio stipendio dovrò pagare per vent'anni 1.041 euro al mese. Per cui dovrei sopravvivere con 159 euro al mese. Impossibile.
Altro giro, stessa pappa. Entriamo all'Intesa Sanpaolo. Alle spalle dell'impiegato che mi riceve ci sono due cartelli: «Sono un lavoratore atipico, posso chiedervi un mutuo normale? Sì», e ancora «Se posso avere un vero mutuo anche se ho un lavoro atipico è meglio». Gli faccio notare che sono rimasta colpita dalla pubblicità in quanto anch'io sono una «lavoratrice atipica». Lui mi risponde che non ci sono più quei prodotti (ma sono ancora affissi), però ne hanno degli altri, sempre destinati ai lavoratori atipici. Anche per questi, però, è indispensabile un garante. Non solo. L'operatore sottolinea che, in un caso come il mio, chiedendo un mutuo di 150 mila euro a trent'anni con 1.200 euro di stipendio, al momento dell'istruttoria avrò bisogno di «un garante di una certa capienza», che guadagna, cioè, 4.500 euro mensili (o di un cointestatario che guadagna come me). Ma non tutti i genitori guadagnano questa cifra, neanche in due.
Del resto è comprensibile che le banche non concedano il mutuo a una persona che guadagnando 1.200 euro dovrà poi pagarne 900 al mese. E infatti, nella maggior parte dei casi, è il computer a bocciare automaticamente un prospetto personalizzato di questo tipo. Poniamo però il caso che io decida di acquistare casa insieme al mio fidanzato, lavoratore, come me, con un contratto a tempo determinato. Cambierebbe qualcosa? La risposta è «no, serve comunque il garante» (in questo caso andrebbe bene anche una persona che guadagna 1000 euro al mese, magari un nonno pensionato), perché siamo entrambi lavoratori con contratto a tempo determinato.
Stesso discorso anche per la Cassa di Rispamio di Rieti dove, addirittura, con il mio reddito, non mi concedono più di 70 mila euro di mutuo a vent'anni. Neanche a dirlo, serve il garante.
Alle Poste il discorso non cambia. Non appena mi siedo, l'addetta mi dice che non può farmi neanche un calcolo approssimativo perché deve avere davanti anche i dati del garante. Però mi consiglia di andare sul sito delle Poste, dove posso formulare on-line un prospetto personalizzato. Ma sul sito - le chiedo - c'è la clausola del garante? «No», risponde. E perché no? «Si fa per invogliare il cliente a venire qui di persona per parlare - dice - ma bisognerebbe specificarlo, lo so». Morale della favola, diffidare degli annunci pubblicitari che reclamizzano prodotti inesistenti. In Italia, purtroppo, funziona così: ci metti una vita per avere un contratto di lavoro e, una volta che ce l'hai, le banche non ti finanziano. E poi ci chiamano bamboccioni.

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